Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

La resilienza della regioni italiane durante il Covid-19: prime valutazioni

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di: Paolo Di Caro

EyesReg, Vol. 10, N. 6, Novembre 2020

Negli ultimi dieci anni la letteratura sulla resilienza economica ha favorito una migliore comprensione degli effetti territoriali della Grande Recessione, la grave crisi economica e finanziaria del 2007-13, nonché dei fattori che riescono a spiegare perché alcune regioni sono più resistenti di fronte alle crisi e avviano prima la ripresa economica (Di Caro e Fratesi, 2018). La pandemia da Covid-19 sta producendo effetti negativi rilevanti in termini economici e sociali a livello internazionale, oltre alle conseguenze di lungo periodo sulla salute pubblica e sui servizi sanitari nazionali, con differenze territoriali significative (Conte et al., 2020).

In Italia, secondo gli ultimi dati pubblicati da ISTAT, nel secondo trimestre del 2020 il Prodotto Interno Lordo (PIL) ha registrato una riduzione congiunturale di circa il 13%; nel 2020, si stima una riduzione del PIL nazionale pari a circa -9%. Di rilievo sono le conseguenze sul mercato del lavoro: il calo tendenziale dell’occupazione rispetto allo scorso anno ammonta a circa -840 mila unità; gli inattivi crescono di oltre 1 milione e 300 mila unità rispetto allo stesso trimestre del 2019. Il calo dell’occupazione penalizza soprattutto i giovani e le donne (ISTAT, 2020).   

In questo contributo si sviluppa un’analisi preliminare degli effetti dell’attuale crisi economica da Covid-19 su alcuni indicatori del mercato del lavoro nelle regioni Italiane utilizzando l’approccio della resilienza economica. Si tratta di valutazioni in corso di aggiornamento, data l’incertezza dovuta all’evoluzione della crisi sanitaria, da interpretare con cautela. In conclusione, si discutono alcune implicazioni di policy.

Effetti asimmetrici della crisi da Covid-19 nelle regioni italiane

Nella tabella 1 si riporta l’indice di resilienza definito sensitività per gli occupati e i soggetti inattivi nelle venti regioni italiane, calcolato come la variazione annua regionale degli occupati e dei soggetti inattivi registrata tra il primo semestre del 2020 e il primo semestre del 2019, rispetto alla variazione nazionale degli occupati e dei soggetti inattivi registrata durante lo stesso periodo. Questa misura fornisce informazioni sulla capacità di resistenza di una data regione rispetto all’aggregato nazionale in tempo di crisi (Fingleton et al., 2012). In termini di occupazione, un valore dell’indice di sensitività maggiore (minore) di uno descrive la situazione di una regione che mostra minore (maggiore) resistenza in termini relativi, dato che durante il periodo di osservazione la crescita dell’occupazione in Italia è stata negativa. L’interpretazione dell’indice di sensitività è simile, anche se la crescita dei soggetti inattivi in Italia è stata positiva durante il periodo di osservazione. L’indice è stato calcolato per il totale degli occupati (inattivi) e per le donne occupate (inattive); l’interesse per la componente femminile è motivata dalla crescente diseguaglianza di genere registrata durante l’attuale crisi economica (Alon et al., 2020).

Tabella 1. Resilienza nelle regioni italiane al tempo del Covid-19.

Indice di sensitività
OCCUPATIINATTIVI
Regione Totale Donne Totale Donne
Piemonte 1.08 0.41 0.69 0.42
Valle d’Aosta 1.82 1.13 1.56 2.05
Liguria 1.39 0.48 0.95 1.05
Lombardia 0.74 0.50 1.24 1.03
Trentino A.A. 1.15 0.64 1.02 1.02
Veneto 0.93 0.93 1.00 1.18
Friuli V.G. -0.29 -0.59 -0.13 0.05
Emilia Romagna 1.02 1.32 0.94 1.37
Toscana 0.49 1.03 0.68 0.93
Umbria 0.84 1.12 0.80 0.99
Marche 0.17 -0.49 0.84 1.09
Lazio 0.83 1.31 1.33 1.38
Abruzzo 1.35 1.77 0.85 0.76
Molise 0.36 -2.21 1.06 0.83
Campania 1.87 3.17 1.24 1.40
Puglia 0.89 0.33 0.57 0.39
Basilicata 1.16 1.01 1.05 0.29
Calabria 2.79 3.25 0.83 0.53
Sicilia 1.50 1.87 1.07 0.97
Sardegna 1.29 0.32 1.39 1.46
Italia 1.00 1.00 1.00 1.00
Dev.st. 0.66 1.21 0.35 0.46
Min. -0.29 -2.21 -0.13 0.05
Max. 2.79 3.25 1.56 2.05

Note: gli indici sono stati calcolati prendendo come riferimento le variazioni annuali tra il primo semestre 2020 e il primo semestre 2019; elaborazioni su dati ISTAT

In questa prima fase della crisi da Covid-19, gli effetti maggiori sull’occupazione si registrano nelle regioni del Nord-Ovest e del Sud, che registrano in media un indice di sensitività per il totale occupati pari a 1.25 e 1.40, rispettivamente. Nel Nord-Ovest, questo riflette la concentrazione delle conseguenze particolarmente gravi della prima ondata della crisi sanitaria in Lombardia; al Sud, invece, si registrano gli effetti negativi su settori quali il turismo e i servizi privati, maggiormente penalizzati durante il lockdown deciso dal governo tra Marzo e Maggio 2020. La resistenza delle regioni italiane è meno eterogenea se si considera l’indice di sensitività per gli inattivi: la deviazione standard è circa la metà rispetto a quella degli occupati. Maggiori approfondimenti sono necessari per valutare gli effetti strutturali sul mercato del lavoro. Infine, si conferma la minore resistenza dell’occupazione femminile durante le crisi, soprattutto al Centro-Sud, a riprova della maggiore vulnerabilità agli shocks delle donne nel mercato del lavoro italiano (Di Caro, 2018).

In figura 1, si riporta l’indice di sensitività del tasso di occupazione (totale e femminile) nella popolazione al di sotto di 30 anni; i dati trimestrali di fonte ISTAT sono aggiornati per le quattro macro-aree: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud. E’ interessante osservare che le conseguenze negative della crisi da Covid-19 sull’occupazione giovanile in Italia si concentrano maggiormente nelle regioni del Nord, contraddistinte da maggiori opportunità lavorative per i giovani. Le giovani donne residenti al Centro sono maggiormente penalizzate dalla crisi attuale rispetto al resto d’Italia.

Figura 1. Resilienza dell’occupazione giovanile (under 30) nelle regioni italiane.

 (a) Totale occupati

 (b) Occupati donne

Note: il grafico (a) riporta l’indice di sensitività per il totale degli occupati under 30; il grafico (b) riporta l’indice di sensitività per gli occupati donne under 30. Gli indici sono stati calcolati prendendo come riferimento le variazioni annuali tra il primo semestre 2020 e il primo semestre 2019; elaborazioni su dati ISTAT.

Osservazioni conclusive

La crisi da Covid-19 sta producendo conseguenze economiche e sociali eterogenee in Italia, dove le imprese, le famiglie e le aree già vulnerabili agli shocks sembrano maggiormente interessati (MEF, 2020). L’approccio della resilienza economica consente di descrivere gli effetti regionali dell’attuale crisi sul mercato del lavoro italiano e mappare le aree più/meno resistenti in grado di avviare la ripresa in modo più/meno rapido. Conoscere gli effetti territoriali della crisi è cruciale per utilizzare le risorse finanziarie fornite dagli strumenti del Next Generation EU in modo efficace nei prossimi anni.

Paolo Di Caro, Università di Catania; Ministero dell’Economia e delle Finanze

Riferimenti

Alon, T. M., Doepke, M., Olmstead-Rumsey, J., Tertilt, M. (2020). The impact of COVID-19 on gender equality (No. w26947). National Bureau of Economic Research.

Conte, A., Lecca, P., Sakkas, S., & Salotti, S. (2020). The territorial economic impact of COVID-19 in the EU. A RHOMOLO Analysis (No. JRC121261). Joint Research Centre (Seville site).

Di Caro, P. (2018). To be (or not to be) resilient over time: facts and causes. The Annals of Regional Science, 60(2), 375-392.

Di Caro, P., Fratesi, U. (2018). Regional determinants of economic resilience. The Annals of Regional Science60(2), 235-240.

Fingleton, B., Garretsen, H., Martin, R. (2012). Recessionary shocks and regional employment: evidence on the resilience of UK regions. Journal of regional science, 52(1), 109-133.

ISTAT (2020). Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione, II trimestre 2020. 18 Settembre, Roma.

MEF (2020). Note tematiche Dipartimento delle Finanze, https://www.finanze.gov.it/opencms/it/il-dipartimento/studianalisi/Note-tematiche/.

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