Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Impresa e lavoro dopo la deindustrializzazione. Venezia e le trasformazioni in atto a Porto Marghera

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di: Valentina Bonello, Francesca Gambarotto, Giulio Pedrini

EyesReg, Vol.9, N.3, Maggio 2019

Il lavoro nella grande industria ha connotato significativamente la parabola storica della Venezia di terraferma e di Porto Marghera in particolare (Barbiani, Sarto, 2007; Chinello, 1985). Considerata in una cornice evenemenziale, la deindustrializzazione ha portato con sé la percezione di una scomparsa quasi totale del lavoro da queste aree. Tuttavia, in una prospettiva evolutiva, la “fine” del lavoro industriale a Porto Marghera presenta elementi eterogenei e peculiari che pongono quest’area al centro delle future trasformazioni dell’area metropolitana di Venezia. In particolare, l’analisi del cambiamento strutturale e delle forme del lavoro emergenti permette di prefigurare nuove opportunità per l’area di Porto Marghera in una prospettiva di rigenerazione economica e sociale eco-sistemica suscettibile di ricomprendere ambiti territoriali più ampi.
Il presente contributo fornisce una rappresentazione di breve e lungo periodo dell’evoluzione settoriale e professionale dell’area di Marghera che, partendo da una rilettura critica sulla storia del lavoro riferita al contesto territoriale evidenzia il duplice processo di fuoriuscita delle vecchie professioni verso le aree extraurbane e la relativa diffusione di nuovi lavori e competenze associate ai settori del terziario avanzato.

Composizione settoriale di breve e lungo periodo nell’area di Porto Marghera

Nella storia di Porto Marghera, l’anno 1965 può essere considerato il turning point di una lunga parabola industriale in virtù dei circa 33.000 lavoratori allora occupati: il picco massimo di occupazione mai raggiunto. Successivamente, tra il 1965 e i primi anni 2000, l’evoluzione nei profili settoriali delle imprese presenta i tipici tratti della dismissione industriale, con un drastico calo degli addetti (nel 2002 erano meno di 13.000) e delle imprese nei settori classici manifatturieri, cui si associa un incremento degli addetti nei settori non manifatturieri e delle imprese nei settori della logistica e servizi (COSES, 2004).
Il ruolo del settore terziario si consolida in anni più recenti e si ridimensiona ulteriormente quello delle attività manifatturiere (Osservatorio Porto Marghera, 2013, 2014, 2015). Nel 2014 le 780 imprese censite impiegavano nel complesso 10.060 addetti, registrando un calo degli occupati del 10,63% rispetto al 2012 e del 9,51% rispetto al 2013. Si tratta di una diminuzione sensibile, pari a quattro volte quella registrata nella Regione Veneto e a cinque volte quella misurata nella Città Metropolitana di Venezia. Nè Marghera ha beneficiato della performance occupazionale relativamente positiva della Provincia di Venezia nel periodo 2012-2014.
Il solo ambito settoriale in cui l’area di Marghera ha registrato un incremento degli occupati, è quello del terziario avanzato e dei servizi alle imprese (+4,94% a fronte di un incremento dello 0,25% nella Città Metropolitana di Venezia) (Figura 1). Nel complesso il contributo alla domanda di lavoro dell’area di Marghera è passato dal 17,9% del 2012 al 21,5% del 2014. Porto Marghera ha pertanto conosciuto una decisa transizione verso il settore del terziario avanzato, e in particolare verso i cosiddetti Knowledge Intensive Business Services (KIBS) la cui produttività è suscettibile di essere influenzata dalla combinazione tra prossimità geografica intra-settoriale e accessibilità al lavoro qualificato (Muller e Doloreux, 2007; Antonietti e Cainelli, 2012) e possono pertanto beneficiare dalla localizzazione nell’area di Porto Marghera in relazione alla zona di interfaccia con la municipalità di Mestre.

Figura 1 – Variazione del numero degli addetti nel settore privato per macro-settori – Anni 2012-2014 –Veneto /Città Metropolitana di Venezia/ Porto Marghera

Fonti: ISTAT e Comune di Venezia (Osservatorio Porto Marghera).

Questa transizione si riflette nei profili dimensionali delle aziende. Nella fase discendente della parabola industriale (1965-2004) le grandi aziende con più di 500 addetti si riducono notevolmente (da 15 a 3), mentre è rilevabile un considerevole aumento delle PMI fino a 50 addetti (da 185 a 258; COSES 2004), che arriva a coprire circa il 94% delle imprese insediate nel 2014, con una significativa presenza di aziende con meno di 15 addetti (osservatorio Porto Marghera 2014). Per effetto di tale evoluzione il numero medio di addetti per impresa si è ridotto notevolmente rispetto ai decenni precedenti, fino a 12,9 dipendenti nel 2014.

Strutturazione della forza lavoro: trasformazione senza transizione?


La fuoriuscita dei lavoratori da Porto Marghera è tendenzialmente avvenuta secondo due macro-traiettorie. La prima vede la dismissione pilotata e definitiva di gran parte della forza lavoro attraverso specifici strumenti di welfare; la seconda, più limitata, vede il reinvestimento di competenze e professionalità acquisite in ulteriori percorsi professionali nelle aziende della provincia di Venezia, ed una conseguente dispersione geografica nel territorio. Al fine di verificare se la seconda traiettoria si sia associata a una scomparsa delle professioni tecniche e operaie specializzate ovvero a una sua redistribuzione sul territorio veneziano abbiamo analizzato la distribuzione dei lavoratori residenti nella Provincia di Venezia in base alla professione svolta riferita nel 2004 e nel 2014. Ci siamo in particolare soffermati su 13 professioni tecniche e operaie tipiche delle attività chimiche e metallurgiche, osservandone la distribuzione nella Provincia e nel Comune di Venezia utilizzando le risultanze dell’indagine trimestrale della Forza Lavoro condotta dall’ISTAT (Tabella 1). Emerge come ben 9 professioni su 13 continuino a essere presenti nella Provincia, ma siano fuoriuscite dal Comune. La dismissione industriale ha dunque avuto un sostanziale effetto nella sparizione di diverse professioni specializzate e delle relative competenze dall’area comunale, mentre una parte rilevante di queste professioni, risulta essere tuttora presente nella Provincia (il 6% del totale della forza lavoro è occupato in tali professioni), che sembra rimanere l’unica area del sistema locale veneziano a preservare una componente, seppur minima, della conoscenza generatasi a Marghera nel periodo “grand’industriale”.

Tabella 1 – Quota di lavoratori occupati nelle professioni tipiche delle attività manifatturiere oggetto di dismissione nell’area di Porto Marghera – Provincia di Venezia, anni 2004 e 2014 (Fonte: ISTAT, Rilevazione Trimestrale delle Forze di Lavoro).

Titolo professionaleConoscenze  principaliHigh-skilledProvincia di Venezia (2004)Provincia di Venezia (2014)di cui Comune di Venezia (2014)
Tecnici del controllo e della bonifica ambientaleLegislazione e istituzioniNo0%0,57%100%
Tecnici della produzione manifatturieraProduzione e processo.  No0,74%0,57%0%
Operatori di macchinari e di impianti per la chimica di base e la chimica fineChimica No0,37%0,29% 0%
Operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industrialiProduzione e processoNo1,12%0,86%0%
Finitori, operai dei rivestimenti metallici, della galvanoplastica e assimilatiProduzione e processoNo0,37%0,57%0%
Conduttori di macchinari per la fabbricazione di articoli in plastica e assimilatiProduzione e processoNo0,37%0%0%
Assemblatori in serie di articoli vari in metallo, in gomma e in materie plasticheProduzione e processoNo0,74%0,29%0%
Altri operai addetti a macchinari per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimicaProduzione e processoNo0,37%0%0%
TOTALE4,08 %3,15%

Al contempo nel Comune di Venezia si riscontra una relativa concentrazione delle nuove professioni collegate al terziario avanzato, e in particolare ai KIBS. Nello specifico, 4 occupazioni tipiche dei c.d. KIBS su 13 si concentrano nel Comune (Tabella 2). Ad essa si accompagna una crescente diffusione di tali professioni nell’intera area provinciale, la cui quota sul totale della forza lavoro è passata dall’1,57% al 4,92% tra il 2004 e il 2014. Tale tendenza collima con quella riscontrata nell’area di Marghera, in cui come abbiamo visto, il settore dei KIBS è l’unico a conoscere una crescita in termini di addetti negli anni più recenti.

Tabella 2 – Quota di lavoratori occupati nelle professioni tipiche dei KIBS. Anni 2004 e 2014 (Fonte: ISTAT, Rilevazione Trimestrale delle Forze di Lavoro)

Titolo professionaleConoscenze principaliHigh-skilledProvincia di Venezia (2004)Provincia di Venezia (2014)di cui Comune di Venezia (2014)
Analisti e progettisti di softwareInformatica ed elettronicaSi0,14%0,29%100%
Ingegneri energetici e meccaniciIngegneria e tecnologiaSi0%0,29%0%
Ingegneri elettrotecniciIngegneria e tecnologiaSi0%0,29%0%
Ingegneri civili e professioni assimilateIngegneria e tecnologiaSi0,14%0,29%0%
Architetti, urbanisti e specialisti del recupero e della conservazione del territorioEdilizia e costruzioniSi0,43%0%0%
Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese privateImpresa e gestione d’impresaSi0,14%0,29%0%
Specialisti in contabilità e problemi finanziariEconomia e contabilitàSi0%0,57%50%
Specialisti nei rapporti con il mercatoLingua italianaSi0%0,29%100%
Tecnici programmatoriInformatica ed elettronicaSi0,29%0,29%0%
Tecnici esperti in applicazioniInformatica ed elettronicaSi0%1,15%0%
Tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioniTelecomunicazioniNo0%0,290%
Tecnici elettroniciInformatica ed elettronicaSi0,14%0,57%100%
Disegnatori industriali e professioni assimilateProgettazione tecnicaNo0,29%0,29%0%
TOTALE1,57%4,92%

Conclusioni

L’analisi svolta consente di individuare alcuni fenomeni di potenziale interesse per qualificare il percorso di sviluppo dell’area di Porto Marghera sotto il profilo dell’evoluzione dell’impresa e del lavoro. Il cambiamento strutturale intervenuto a seguito della deindustrializzazione ha dato luogo a una netta cesura occupazionale, dovuta anche al mancato reimpiego nell’area delle competenze professionali formatesi nel corso del periodo “grand’industriale”. Le performance negative associate a questo processo si accompagnano ad ulteriori interessanti evidenze che restano sottotraccia a livello aggregato, ma che affiorano chiaramente dopo aver effettuato le necessarie scomposizioni. Emergono in particolare due potenziali fonti di sviluppo per l’area: la crescente diversificazione settoriale, una nuova geografia professionale e il crescente ruolo del terziario avanzato. Tale evoluzione è parzialmente in linea con quella del sistema locale di Venezia (ISTAT, 2015), i cui indicatori di specializzazione, varietà e competitività relativa, evidenziano, similmente a Porto Marghera una certa vivacità nei servizi ad alta intensità di conoscenza. Permane invece una limitata presenza dell’industria creativa e culturale, malgrado essa costituisca uno dei fattori identitari portanti della città di Venezia e, come per tutte le città d’arte, un’imprescindibile fonte di legami con altri territori (Fondazione Pellicani, 2017).

Valentina Bonello, Università Ca’ Foscari-Venezia

Francesca Gambarotto, Università di Padova

Giulio Pedrini, Università di Padova


Bibliografia


Antonietti R., Cainelli G. (2012), KIBS and the City: GIS Evidence from Milan, Economia Politica, 29, 3: 305-318.
Barbiani E., Sarto G. (2007), Mestre Novecento: il secolo breve della città di terraferma, Venezia: Marsilio.
Chinello C. (1985), La produzione, il lavoro, i movimenti, in Nappi F.A. (a cura di), Porto Marghera, le immagini, la storia 1900-1985, Torino: Musolini, 7-15.
COSES (2004), Seconda conferenza Economica provinciale. La provincia di Venezia, principali caratteri socioeconomici della realtà veneziana, Venezia, Conferenza finale 29 e 30 marzo 2004.
ISTAT (2015), La nuova geografia dei sistemi locali, Roma: ISTAT.
Muller E., Doloreux D. (2007), The Key Dimensions of Knowledge-Intensive Business Services (KIBS) Analysis: a Decade of Evolution, Fraunhofer ISI, Working Papers Firms and Regions, n. U1/2007.


Sitografia

Fondazione Pellicani. Pensare Venezia. Una piattaforma per la Città Metropolitana. Disponibile su Venezia Città Metropolitana www.veneziacittametropolitana.eu (accesso effettuato il 2 ottobre 2017).
Osservatorio Porto Marghera. Indagine conoscitiva sulle attività economiche presenti nell’area di Porto Marghera. 2014. Disponibile su Comune di Venezia:
www.comune.venezia.it/it/osservatorioportomarghera (accesso effettuato il 2 ottobre 2017).
Osservatorio Porto Marghera. Indagine conoscitiva sulle attività economiche presenti nell’area di Porto Marghera. 2013. Disponibile su Comune di Venezia:
www.comune.venezia.it/it/osservatorioportomarghera (accesso effettuato il 2 ottobre 2017).
Osservatorio Porto Marghera. Indagine conoscitiva sulle attività economiche presenti nell’area di Porto Marghera. 2012. Disponibile su Comune di Venezia:
www.comune.venezia.it/it/osservatorioportomarghera (accesso effettuato il 2 ottobre 2017).


Note

Una versione preliminare di questo lavoro è stata presentata alla XXXIX Conferenza annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali (AISRE) e alla XXI Conferenza della Società Italiana degli urbanisti (SIU).

Il contributo si inserisce in una ricerca condotta da un gruppo di ricerca multidisciplinare composto dalla dott.ssa Valentina Bonello, dott.ssa Claudia Faraone, ing.. Giulia Gnola, dott. Giulio Pedrini e arch. Luca Nicoletto all’interno di un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) dal titolo “Strategie di rigenerazione urbana, riattivazione economica e innovazione sociale. Il caso Mestre-Marghera”, Cod. Progetto 2122-18-2216-2016 (2017/18) a cui hanno partecipato le università di Venezia Iuav e Cà Foscari, l’università di Padova e l’Université Libre de Bruxelles e coordinato da Maria Chiara Tosi, Agostino Cappelli, Alessandro Casellato, Francesca Gambarotto, Michelangelo Savino.

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