Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Aree agricole ad alto valore naturale come elemento di dialogo tra politiche in Lombardia

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di: Elena Girola, Carlotta Sigismondi e Luisa Pedrazzini

EyesReg, Vol.9, N.1, Gennaio 2019


Le aree agricole ad alto valore naturale

Il concetto di aree agricole ad alto valore naturale (di seguito HNV) è stato introdotto negli anni ’90 del secolo scorso nel momento in cui si è preso atto del fatto che la conservazione della biodiversità nei territori agricoli europei dipende fortemente dalla presenza di sistemi agricoli tradizionali a bassa intensità (Baldock et al., 1993); esso dà evidenza della forte connessione tra agricoltura e biodiversità e delle potenzialità di determinati tipi di attività agricole nel contribuire al valore naturale dei sistemi rurali.

Nel tempo sono state numerose le proposte formulate per la stima dell’indicatore HNV in tutta Europa, ma non si è mai giunti, né nel contesto scientifico né in ambito decisionale, a proporre una metodologia univoca di stima. Nell’attuale periodo di programmazione europea 2014/2020, l’indicatore HNV è utilizzato per quantificare l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente di tutta la Politica Agricola Comune e per descrivere lo stato del contesto rispetto al quale sono individuate le strategie dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR): l’indicatore quindi è teso sia a fotografare lo stato di fatto sia a indirizzare le politiche degli Stati Membri al rafforzamento della conservazione della biodiversità. Per il popolamento dell’indicatore nei PSR, ogni Autorità di Gestione utilizza dati e metodologie specifiche per Regione, secondo un principio di flessibilità che tiene conto delle peculiarità geografiche e amministrative degli Stati nonché della disponibilità di dati e metodi.

Metodologia di calcolo dell’indicatore per la Regione Lombardia

Partendo dalla proposta della Rete Rurale Nazionale (Trisorio et al., 2013), l’Autorità Ambientale lombarda (2017) ha messo a punto una specifica metodologia per il calcolo dell’indicatore nel PSR 2014/2020 di Regione Lombardia. Esso è composto da 3 sottoindicatori, tra loro sovrapposti e combinati a dare le HNV totali, ovvero:

  • Type 1: aree agricole con una elevata proporzione di vegetazione semi-naturale, che considera la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) coperta da foraggere (prati e pascoli). A ogni cella della griglia che ricopre la Regione è attribuita la presenza o meno di tali colture.
  • Type 2: aree agricole con presenza di agricoltura a bassa intensità ed elementi strutturali naturali del paesaggio, che considera la superficie a riso, olivo, vite e frutticole. Inoltre valuta anche la presenza degli elementi del paesaggio: fontanili attivi, terrazzamenti, siepi e filari, alberi isolati e gruppi di alberi e boschetti. Sono inoltre ricomprese le fasce PAI (A e B) ricadenti in Zona Vulnerabile ai Nitrati, in quanto in queste aree le forti limitazioni relative all’uso del suolo favoriscono il permanere di habitat a elevata naturalità. A ogni cella della griglia che ricopre la Regione è attribuita la presenza o meno di questi elementi e assegnato un punteggio finale pari alla somma nel numero di tipologie di elementi considerati presenti.
  • Type 3: aree agricole a supporto di specie rare e di interesse per la conservazione della natura a livello europeo. Sono pertanto considerate le specie minacciate di piante, mammiferi, uccelli, insetti e farfalle (della Direttiva Habitat) la cui vita è legata alla presenza di agricoltura a basso impatto. Per ogni sito Natura 2000 è stato calcolato il valore di densità di specie minacciate legate agli ambienti rurali. Successivamente, a ogni cella è attribuito il valore di densità del sito Natura 2000 in cui ricade e attributo un punteggio da 0 a 4 in base alla densità registrata.

Infine l’indicatore complesso HNV-totali è ottenuto considerando tutte le celle con un punteggio maggiore di 0, ovvero quelle in cui almeno uno dei tre type ha ottenuto punteggio pari a 1. La gradazione del punteggio (livello nullo, basso, medio, alto, molto alto) è calcolata attribuendo alla cella il relativo punteggio massimo ricevuto nei 3 type.

Esiti dell’applicazione

Al 2016 la superficie delle HNV-totali è pari a 652.706 ha, ovvero il 61% della SAU, così suddivisa: livello molto alto (2%), alto (2%), medio (6%) e basso (51%). Le HNV sono distribuite principalmente in pianura e vicino alle aree fluviali o in prossimità dei grandi laghi e in generale in ambienti agricoli legati all’acqua, quali in particolare le risaie della Lomellina. Infatti in queste aree sono compresenti diversi elementi che influiscono sul valore naturale delle aree, quali gli elementi considerati nel type 2 nonché la presenza di specie rurali minacciate rappresentate dal type 3. In montagna le HNV sono inferiori, con un minor livello di naturalità e sono dovute sostanzialmente alla prevalenza del type 1, in quanto in queste aree non si rileva una particolare densità di specie vegetali e animali minacciate specificatamente legate agli ambienti agricoli.

Figura 1 – Le aree agricole HNV totali in Lombardia

Fonte: elaborazione degli autori

Conclusioni

Grazie alla metodologia messa a punto, l’indicatore calcolato per la Lombardia potrà essere aggiornato nel tempo e fornire il trend sul territorio regionale, permettendo così al settore agricolo di formulare una riflessione sulla propria capacità di contribuire alla naturalità dei sistemi rurali nonché di contrastare fenomeni di degrado, frammentazione e banalizzazione. Considerando che la Lombardia è la prima regione agricola italiana per produzione e una delle prime in Europa, l’esito di tali valutazioni rappresenta un risultato di rilievo, utile anche in altri contesti europei.

L’indicatore inoltre può essere utilizzato per aggiornare il quadro di conoscenza del territorio rispetto al quale valutare l’attuazione del PSR, ma anche per individuare aree rurali di intervento prioritario dove concentrare risorse e azioni, orientare gli strumenti attuativi verso un maggiore targeting ambientale valutare la significatività degli interventi finanziati, riconoscere la capacità delle attività agricole nel supportare la biodiversità nei sistemi rurali, così da formare, sensibilizzare e spingere i beneficiari verso l’adozione di pratiche e comportamenti più sostenibili.

A partire dalla sua applicazione e funzionalità nell’ambito dello sviluppo rurale, l’indicatore può assumere anche un importante ruolo come strumento di raccordo tra diverse politiche settoriali e promuovere il raccordo e il coordinamento tra le politiche agricola e di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, nell’ambito di un sistema in cui la qualità del territorio costituisce l’elemento fondamentale per determinarne l’attrattività in termini di funzioni e investimenti. Esso può infatti facilitare la coerenziazione con piani come quelli paesaggistici e territoriali che attendono alle scelte di tutela e di sviluppo in modo trasversale, poiché inferiscono con diversi livelli decisionali. Nel caso della Lombardia, ad esempio, la decisione di sviluppare una rete verde di scala regionale (Rete Verde Regionale RVR) a valenza paesaggistico-fruitiva-produttiva nella proposta dell’aggiornamento del Piano paesaggistico regionale, può essere rafforzata proprio dall’individuazione di aree a vocazione agricola che si caratterizzano per la maggiore qualità ambientale, quali ambiti prioritari da identificare nel Piano stesso per lo sviluppo di tale infrastruttura verde multifunzionale. Un altro esempio è il tema del consumo di suolo, relativamente al quale Regione Lombardia, con Legge Regionale 31 del 2014, ha definito la linea di indirizzo per il suo territorio. Infatti da una parte la metodologia di calcolo delle HNV può essere implementata con la valutazione della presenza di eventuali vincoli e destinazioni d’uso vigenti nei Piani urbanistici e nelle  politiche territoriali e di settore, così da fornire un contributo alla stima delle pressioni a cui le aree agricole sono soggette e delle eventuali compensazioni, dall’altra, il valore HNV degli ambiti di trasformazione può essere considerato nei processi di pianificazione come elemento da considerare nelle scelte pianificatorie.

Infine l’indicatore si pone come potenziale strumento di supporto per la definizione degli strumenti di conoscenza e valutazione per la nuova PAC post 2020 che prevede un’articolazione più “verde” rispetto alle passate programmazioni. È infatti in linea con le proposte di Regolamenti che prevedono uno spostamento dell’attenzione sul perseguimento dei risultati secondo un approccio “policy result based” che tende a quantificare il contributo dei diversi strumenti di attuazione al raggiungimento degli obiettivi (in particolare ambientali), rispetto cui riconoscere i pagamenti agli agricoltori, quindi valorizzando il contributo dell’agricoltura alla produzione di beni pubblici ambientali nonché di servizi ecosistemici. Tale impostazione risulta particolarmente innovativa rispetto all’attuale sistema di sostegno della PAC, poiché potrebbe permettere di considerare, tra gli elementi rispetto ai quali sono riconosciuti i pagamenti, anche le caratteristiche delle aree agricole in termini di naturalità, valorizzando quindi il ruolo delle HNV che potrebbero entrare nella definizione degli obiettivi e dei target dei Piani Strategici.

Elena Girola e Carlotta Sigismondi, Poliedra

Luisa Pedrazzini, Regione Lombardia


Bibliografia

Autorità Ambientale di Regione Lombardia (2017), Piano di monitoraggio ambientale del PSR 2014-2020 – Allegato 4 Metodologia per il calcolo dell’indicatore CI 37 – HNV (High Nature Value) farming e aggiornamento al 2016, Regione Lombardia.

Baldock D., Beaufoy G., Bennett G., Clark J. (1993), Nature Conservation and New Directions in the EC Common Agricultural Policy, Institute for European Environmental Policy (IEEP), London.

Trisorio A., De Natale F., Pignatti G. (2013), Le aree agricole ad alto valore naturale in Italia: una stima a livello regionale, INEA.

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