Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

L’esperienza di Agriregionieuropa

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di: Franco Sotte

EyesReg, Vol.7, N.4, Luglio 2017

Numero speciale: Le riviste on-line nelle scienze socioeconomiche e territoriali. A cura di D. Musolino, G. Fini (guest editor), P. Rizzi.

 

 

Cos’è Agriregionieuropa

Agriregionieuropa è la rivista scientifica on-line di economia e politica agraria dell’Associazione Alessandro Bartola, istituzione non profit con sede presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Politecnica delle Marche. Nel suo campo, è la rivista in italiano con i più alti indici di diffusione ed è il riferimento di una vasta comunità scientifica di economisti agrari ed applicati. I temi di cui si occupa sono l’agricoltura, l’agro-alimentare e lo sviluppo rurale. I suoi obiettivi sono favorire il dialogo tra la ricerca e gli stakeholder del settore e, al tempo stesso, quello di coniugare la dimensione regionale con quella internazionale e, in particolare, con l’Unione Europea.

Al 27 giugno 2017, Il sito aveva registrato oltre 1.570.000 accessi (al ritmo di circa mille accessi al giorno). La rivista trimestrale Agriregionieuropa è pubblicata dal 2005. Nei 12 anni sono usciti sempre con regolarità 49 numeri, con 1.519 articoli di 1.066 autori (oltre 150 stranieri). La mailing list di Agriregionieuropa è costituita al momento da 29.700 indirizzi di soggetti a vario titolo interessati ai temi trattati: imprenditori agricoli, agro-industriali e agro-alimentari, membri delle organizzazioni sociali e di categoria, cooperatori, politici, dirigenti e funzionari pubblici, professionisti, ricercatori e docenti universitari, docenti e studenti delle scuole agrarie, ambientalisti, giornalisti ed altri ancora.

Dal 2007 la rivista è realizzata in collaborazione con l’INEA (Istituto nazionale di Economia Agraria), ora CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Nel sito si aggiungono alla rivista diversi servizi: (a) le Finestre (per ora sulla Pac, sul Wto, sull’Innovazione) sono rubriche sistematicamente aggiornate su specifici argomenti; (b) le Collane (Economia Applicata: 4 volumi; PHD Studies: 7 tesi di dottorato; Tesi on-line: 26 tesi di laurea magistrale); (c) i corsi e-learning (quello sulla Politica agricola europea, in italiano, inglese, francese e tedesco è stato seguito da oltre 1.500 utilizzatori di 70 paesi del mondo); (d) gli eventi (49 organizzati fin qui dalla rivista); (e) i Gruppi di discussione, in cui gli utenti registrati possono autonomamente approfondire temi di proprio interesse; (f) “@renews”: la Newsletter mensile; (g) il glossario, che facilita con dei pop-up sulle parole chiave la comprensione dei termini tecnici più correntemente utilizzati.

Agriregionieuropa ha anche sperimentato, con il sostegno dei rispettivi programmi di sviluppo rurale, il lancio di alcune testate regionali: Agrimarcheuropa, realizzata in collaborazione con la Regione Marche, che è giunta al n.7. Recentemente, un numero speciale di Agritoscanaeuropa ha raccolto, in collaborazione con la Regione Toscana, i documenti principali della Conferenza regionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale. Per promuovere questa possibile estensione regionale delle ricerche, sono stati pubblicati anche i numeri zero di Agricalabriaeuropa e di Agripiemonteuropa.

Agriregionieuropa è presente sui social network dal 2014. Su Facebook è seguita da 1.222 persone, i suoi tweet sono condivisi con 563 follower, ha 12.826 visualizzazioni su YouTube.

 

Gli obiettivi

I precedenti di Agriregionieuropa risalgono addirittura all’inizio degli anni Novanta quando, in incontri di lavoro, si discuteva con il professor Alessandro Bartola (prematuramente scomparso nel 1993) e con altri economisti agrari diventati nel frattempo dirigenti regionali (ne ricordo i nomi: Gianfranco Trillini, Girolamo Valenza e Marco Bellardi, che poi saranno tra i fondatori dell’Associazione Alessandro Bartola), della necessità di “fare qualcosa” per estendere il confronto sul futuro dell’agricoltura e delle aree rurali in Italia, superando i vecchi e chiusi confini settoriali e disciplinari. Confini che isolavano l’agricoltura rispetto al resto dell’economia e della società.

Questo valeva sul piano politico e della rappresentanza, dove le organizzazioni agricole, chiuse in una visione autoreferenziale, tardavano ad aprirsi ai temi nuovi della sostenibilità, della diversificazione, dell’integrazione nel rurale e tra il rurale e l’urbano, dell’Europa, nonostante la politica agricola fosse comune da oltre 30 anni. Lo stesso valeva anche sul piano accademico, dove le materie economico-agrarie nelle Facoltà di Agraria erano coltivate in una condizione di sostanziale isolamento rispetto alle altre discipline economiche e sociali, mentre nelle Facoltà di Economia erano spesso trattate con sufficienza, se non con commiserazione.

Contemporaneamente, era la disciplina stessa dell’economia e politica agraria che cambiava, integrandosi sempre più strettamente con altre scienze sociali orientate alle tematiche regionali, dell’ambiente, dell’energia, dell’agro-alimentare, dello sviluppo rurale, dei consumi alimentari.

“Fare qualcosa”. Ma cosa? La fondazione dell’Associazione Alessandro Bartola – Studi e ricerche di economia e di politica agraria nel 1995, è stata una prima risposta. Le iniziative organizzate nei primi dieci anni lo testimoniano. Tra queste Agrimarcheuropa: un ciclo di conferenze nel 2002 con il sostegno della Regione Marche, nelle quali i relatori erano stati invitati a predisporre dei testi da distribuire anticipatamente ai partecipanti in formato digitale (l’utilizzo di internet era ancora ai primordi), che furono successivamente pubblicati (1).

Ancora però mancava la soluzione tecnica per un progetto di comunicazione scientifica esteso e coinvolgente. Agriregionieuropa è nata tre anni dopo, quando, discutendo a Verona con alcuni docenti e ricercatori universitari di diverse università italiane in merito alle iniziative che si sarebbero potute assumere per valorizzare la ricerca economico agraria italiana, è stata ricordata l’esperienza marchigiana di Agrimarcheuropa, come buona pratica da rilanciare a livello nazionale. L’esempio di Lavoce.info, avviata con successo un paio di anni prima, incoraggiava a provarci.

 

I risultati

Il successo è andato ben oltre le aspettative. Innanzitutto perché Agriregionieuropa rispondeva ad una domanda diffusa di divulgazione scientifica in Italia da parte dei protagonisti dell’agricoltura, dell’agro-alimentare e dello sviluppo rurale. Poi perché la comunità scientifica degli economisti agrari ed applicati italiani, come negli altri campi disciplinari, sempre più tendeva a valorizzare le proprie ricerche negli eventi e sulle riviste internazionali (in questo spinta anche dalle nuove procedure di selezione per le carriere accademiche e nei centri di ricerca). Mentre per questi motivi entravano in crisi le storiche riviste di economia agraria in italiano (“La Questione Agraria” e la “Rivista di Politica Agraria” hanno chiuso, e la stessa “Rivista di Economia Agraria” attraversava un periodo difficile), Agriregionieuropa ha quindi offerto agli autori italiani uno strumento snello, dove presentare con finalità divulgative in Italiano a migliaia di potenziali lettori i risultati delle loro ricerche, spesso già (o successivamente) valorizzate a livello internazionale, che altrimenti in Italia non avrebbero avuto nessuna ricaduta.

Al tempo stesso, per la speditezza del processo di revisione, di editing e di diffusione, Agriregionieuropa ha consentito (questione cruciale per le discipline applicate) la pubblicazione in tempi estremamente brevi: una condizione essenziale per assicurare che i contributi scientifici possano tempestivamente supportare i processi decisionali in materia di politiche, di mercati, di innovazione e diversificazione. Ci sono temi a carattere normativo, come per esempio quello ricorrente della riforma della politica agricola europea, sui quali, dati i ritardi ordinari tra inoltro e uscita effettiva dell’articolo, non ha senso scrivere sulle riviste accademiche, perché si arriverebbe sistematicamente in ritardo rispetto ai tempi della discussione e della possibilità di orientare le decisioni politiche. Agriregionieuropa in questo caso ha riempito un vuoto, divenendo punto di riferimento per la riflessione e l’iniziativa in Italia e nelle Regioni, che sono titolari dei Programmi di sviluppo rurale finanziati dal Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale.

La fruibilità online di tutti i numeri della rivista, d’altra parte, facilita la ricerca di riferimenti e allunga il ciclo di vita degli articoli, come dimostra l’elevato accesso anche per i lavori meno recenti.

Per tutte queste ragioni, Agriregionieuropa ha sempre ricevuto molti più articoli di quanti sarebbe stato opportuno pubblicare, al punto da suggerire al Comitato scientifico una maggiore e più rigorosa selezione.

 

I problemi

Il principale problema con il quale Agriregionieuropa ha sempre dovuto fare i conti è stato quello della sproporzione tra la rilevanza della funzione che svolge per i suoi lettori e i suoi autori, e la disponibilità di finanziamenti ad hoc, tali da assicurare, assieme all’indipendenza, la necessaria sostenibilità economica e finanziaria a medio-lungo termine. Nella ormai più che decennale vita della rivista non c’è mai stata la certezza che essa sarebbe uscita per più di altri due numeri. Un paradosso, se solo si considera che la politica agricola e di sviluppo rurale tra spesa e agevolazioni versa in Italia circa 13 miliardi di euro l’anno, che ogni Regione ha ingenti fondi nel proprio Programma di sviluppo rurale e che, per restringere il campo, la Rete rurale nazionale per il settennio 2014-2020 ha una dotazione di 100 milioni di euro.

Nonostante i costi molto modesti, la rivista è pubblicata sostanzialmente in perdita, facendo leva su risorse di volta in volta reperite dall’Associazione Alessandro Bartola attraverso uno slalom tra iniziative a valere sui fondi europei, incarichi ricevuti da enti pubblici, contributi per specifiche ricerche. A complicare le cose, c’è anche il problema dei paradossali ritardi nei pagamenti da parte degli Enti. In ogni caso, tutto questo non sarebbe bastato se non si fosse aggiunto il volontariato di tanti docenti, ricercatori, assegnisti; l’ospitalità dell’Università Politecnica delle Marche; il prezioso lavoro di stagisti e tirocinanti. Indubbiamente, anche la disciplina: l’economia e politica agraria, ha contribuito. È una materia che, ne sono convinto, più di molte altre, stimola non soltanto la parte raziocinante, ma anche quella emotiva del cervello.

 

Gli sviluppi

La ormai lunga storia di Agriregionieuropa incoraggia comunque a guardare avanti con ottimismo. Con questo spirito abbiamo programmato per Settembre 2017, nell’occasione dell’uscita del numero 50, una edizione speciale in cui, con riferimento ai temi più trattati negli oltre dodici anni di vita della rivista, abbiamo chiesto ai maggiori economisti agrari a livello nazionale ed europeo, di riprendere i temi centrali della ricerca e della riflessione di Agriregionieuropa, guardando al 2030. In questo esercizio collettivo la prospettiva europea sarà un punto di riferimento fondamentale, dal momento che la politica agricola comune costituisce, a 60 anni dal trattato di Roma, il progetto di integrazione europea con la storia più lunga e più compiutamente realizzato. Con le sue luci e le sue ombre.

Un cenno infine ai progetti in cantiere relativamente alle funzioni assunte dal sito internet di Agriregionieuropa. Il continuo aggiornamento e l’ampliamento dei servizi offerti, infatti, sono tra le ragioni del successo dell’iniziativa. Tra queste è in cantiere il progetto di lanciare, per alcuni temi cruciali della crescita imprenditoriale e per il miglioramento delle condizioni di competitività dell’agricoltura, delle vere e proprie comunità di pratica. Il progetto nasce dall’impegno che la rivista si è assunta di farsi protagonista attiva fin dal suo avvio del Partenariato europeo per l’innovazione (anche attraverso la partecipazione diretta dell’Associazione Alessandro Bartola ai Gruppi operativi) che costituisce una delle più interessanti iniziative nell’ambito della nuova politica agricola e di sviluppo rurale europea (Reg. 1305/2013 artt. 53, 56 e 57). Inizieremo con un progetto pilota sull’agricoltura di precisione, con il quale aprire le porte del sito anche a contributi tecnici di ricercatori ed esperti di discipline diverse dall’economia e dalle scienze sociali. In questo progetto, il compito dell’Associazione Alessandro Bartola sarà quello di curare l’analisi di fattibilità economica e lo studio delle implicazioni economiche e sociali (e quindi di policy) nello specifico campo dell’innovazione trattata, mentre il compito di Agriregionieuropa, in collaborazione con tutte le istituzioni preposte al successo dell’iniziativa, sarà quello di raccogliere articoli scientifici e offrire una piattaforma per l’analisi, la valutazione dei risultati, la selezione delle migliori esperienze ed il confronto tra tutti i ricercatori e i Gruppi operativi interessati alla medesima innovazione.

Franco Sotte, Direttore, Università Politecnica delle Marche 

 

 

Note

(1) Quei materiali furono pubblicati dall’Associazione nel volume collettaneo del 2004 “Agrimarcheuropa. Una riflessione collettiva sulle prospettive a medio e lungo termine del sistema agricolo e alimentare delle Marche”, di Franco Angeli.

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