Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Il cibo nelle politiche urbane. La sfida della pianificazione alimentare

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Questo contributo è parte di un numero speciale di EyesReg dedicato al tema dell’agricoltura urbana, curato da Corinna Morandi.

 

 

di: Catherine Dezio, Davide Marino

EyesReg, Vol.6, N.5, Settembre 2016

 

Negli ultimi anni il cibo sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nell’ambito delle politiche urbane, diventando un asse d’intervento prioritario per riorientare i processi locali di produzione e consumo secondo paradigmi più sostenibili. Questo avviene grazie sia ad iniziative innovative che coinvolgono tanto i produttori che i consumatori nei cosiddetti Alternative Food Networks, sia per la riappropriazione del tema del cibo da parte dell’attore pubblico (Dansero, Toldo, 2014). Le città e le aree metropolitane, quindi, costituiscono un ambito d’intervento strategico per orientare le agende politiche verso modelli più resilienti, riconoscendo nella produzione agricola non una attività antitetica alla città ma un fenomeno integrato (Marino, Cavallo, 2014). Nonostante la sua scarsa visibilità, infatti, il sistema alimentare urbano contribuisce in modo significativo al benessere della comunità, allo sviluppo delle economie locali e si collega ad altri ambiti quali il trasporto, l’ambiente e l’uso del suolo (Pothukuchi, Kaufman, 1999).

In tale contesto, l’Agenda Urbana Europea (AUE), lanciata il 30 maggio 2016 ad Amsterdam, rappresenta un patto tra istituzioni Europee, Stati membri e città che attribuisce un ruolo cardine alle aree urbane nelle politiche che mirano ad una crescita sostenibile. L’AUE non è un atto normativo, ma un nuovo metodo di lavoro basato sullo strumento delle partnership europee ed incentrato su 12 temi specifici: (i) l’inclusione dei migranti; (ii) gli strumenti per una buona qualità dell’aria; (iii) la riduzione della povertà; (iv) nuove normative per l’housing; (v) la promozione di un’economia circolare attraverso l’incremento del riuso; (vi) la generazione di nuovi posti di lavoro e la valorizzazione delle competenze locali; (vii) l’integrazione nelle politiche di strategie di prevenzione, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; (viii) una pianificazione energetica di lungo termine; (ix) l’uso sostenibile del territorio; (x) l’attivazione di una mobilità ecologica; (xi) l’ampliamento della digitalizzazione dei dati pubblici e della loro accessibilità; (xii) appalti pubblici innovativi e responsabili.

Il tema del cibo, se pur non citato espressamente, risulta una costante trasversale; nello specifico, andando a rileggere i punti in chiave agroalimentare, si possono individuare principalmente 8 filoni tematici:

  • L’accessibilità al cibo per tutte le categorie sociali (i, iii);
  • La tutela della salute, sia nella qualità del cibo che nei sistemi di produzione e trasporto (ii, x);
  • La gestione dei rifiuti e la riduzione degli sprechi (ii, v, viii);
  • La pianificazione e valorizzazione di tutte le risorse locali (suolo, prodotti, energia e risorse umane) (iii, vi, viii, ix);
  • I sistemi di prevenzione, mitigazione e adattamento che riducano gli impatti del cambiamento climatico sulla produzione agricola (vii);
  • L’uso del suolo che valorizzi il paesaggio agrario, la bonifica delle aree inquinate nel rispetto della produzione agricola circostante e l’inverdimento della città grazie anche all’inserimento di orti urbani, i quali messi a sistema possono fungere da infrastruttura verde riqualificando al contempo interstizi urbani in disuso (ix);
  • L’incremento della digitalizzazione di dati e dell’accessibilità ad essi per quanto riguarda tutti i settori della filiera produttiva (xi);
  • Appalti pubblici che abbiano l’innovazione e la sostenibilità come priorità, anche nell’ambito della filiera agroalimentare e dei sistemi di approvvigionamento (xii).

Data la trasversalità della questione agroalimentare nell’AUE, emerge la necessità di uno strumento che possa integrare la complessità del tema con la dimensione spaziale del territorio e al tempo stesso possa essere di ausilio all’applicazione delle nuove indicazioni fornite ad Amsterdam. La pianificazione alimentare (PA) può rappresentare una delle risposte a tale necessità e diverse recenti esperienze a scala nazionale dimostrano l’interesse a percorrere tale approccio. Pisa è l’unica amministrazione ad aver redatto un Piano Locale del Cibo; Torino sta avviando diversi processi di governance alimentare con taglio territoriale; a Roma sono stati avviati vari progetti quali la Carta della Filiera Corta e della Multifunzionalità Agricola approvata di recente, mentre le linee guida per le mense pubbliche sono una attività consolidata. Expo 2015 ha lasciato in “eredità“ il Milan Food Policy Pact, a cui aderiscono 113 città con l’obiettivo di rendere i sistemi alimentari urbani più equi e sostenibili (1).

Uno strumento come la PA può costituire un’importante opportunità per agire in modo sinergico su molteplici dimensioni, integrando le scelte di tutti gli attori coinvolti. Attraverso una rete complessa di azioni specifiche, infatti, la PA può mettere a sistema gli obiettivi legati allo sviluppo, garantendo una funzione di coordinamento rispetto a politiche e progetti afferenti ad ambiti tematici diversi (Marino e Cavallo, 2014).

Tuttavia, una reale e integrata PA richiede un maggiore impegno politico. Il riconoscimento del valore che un modello di PA può svolgere esige, infatti, un cambiamento radicale rispetto ad atteggiamenti da sempre settoriali. È unicamente in una prospettiva sistemica ed integrata che diventa possibile individuare nel legame tra urbano e rurale una risorsa utile a generare condizioni di sviluppo e di crescita coerenti alla direzione indicata dall’AUE.

Catherine Dezio, DASTU – Politecnico di Milano

Davide Marino, LATELAB – Università del Molise

 

Riferimenti bibliografici

Braat, Leon, de Groot. “The ecosystem services agenda: bridging the worlds of natural science and economics, conservation and development, and public and private policy.”Ecosystem Services 1.1 (2012): 4-15

Cavallo A. Marino D. (2013), “Assessing the connections between farming, food, and landscape planning in the development of sustainable urban policies: the case of Rome”, in Proceedings of International Conference on “Changing Cities”: Spatial, 
morphological, formal & socio-economic dimensions, Skiathos, Greece june18 to 21, 2013 (ISBN: 9789606865640).

Costanza, R., Cumberland, J., Daly, H., Goodland, R. and Norgaard, R.B. (1997), Introduction to ecological economics, St Lucie Press, Florida.

Dansero E., Toldo A. (2014), “Nutrire le città: verso una politica alimentare metropolitana”, editoriale n.27 PolitichePiemonte

Di Iacovo F., Brunori G., Innocenti S. (2013), Le strategie urbane: il piano del cibo, Agriregionieuropa, 32 (9): 9-16.

Marino D., Cavallo A. (a cura di) (2014), “Agricoltura, cibo e città. Verso sistemi socioecologici resilienti”, CURSA (pas)SAGGI

Pothukuchi K., Kaufman J. (1999), “Placing the food system on the urban agenda: the role of municipal institutions in food systems planning” Agriculture and Human Values.

 

Note

[1] In Italia  hanno aderito le città di Alessandria, Bari, Bologna, Genova, Milano, Roma, Torino, Venezia, Milano.

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