Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Fuga o circolazione dei cervelli? La lezione della Sardegna

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di: Riccardo Crescenzi, Nancy Holman, Riccardo Orrù

EyesReg, Vol.6, N.4, Luglio 2016

 

Quali fattori influenzano le scelte di localizzazione geografica dei laureati? Si tratta di una domanda importante e dalla risposta dipendono la crescita e lo sviluppo di gran parte delle nostre regioni. Per migliorare la propria dotazione di capitale umano, le regioni hanno messo in campo cospicui investimenti nei settori della formazione e del diritto allo studio. Tuttavia, specialmente le aree economicamente più svantaggiate, molto spesso non raccolgono i frutti del proprio investimento a causa dell’emigrazione dei propri laureati (migliori). È possibile – e soprattutto ha senso – per queste regioni cercare di evitare quella che spesso assume i caratteri di una vera e propria ‘fuga dei cervelli’?

In un recente studio (Crescenzi, Holman, Orrù, 2016a) (1) abbiamo cercato di rispondere a questa domanda focalizzando la nostra attenzione su un programma di mobilità studentesca denominato ‘Master & Back (2), su cui la Regione Sardegna ha investito nell’ultimo decennio quasi 200 milioni di euro di fondi europei.

Nel nostro studio ci siamo soffermati sulla parte del programma che è incentrata sull’erogazione, ad un gruppo di laureati residenti nella Regione Sardegna ed in possesso di particolari requisiti di merito, di una borsa di studio per conseguire un master o un dottorato di ricerca nelle migliori università italiane e internazionali. La nostra analisi si è (al momento) concentrata sui beneficiari del programma che hanno completato il loro ciclo di alta formazione. Attraverso un questionario dettagliato e interviste approfondite, ne abbiamo studiato il Curriculum scolastico e lavorativo, il background familiare, le precedenti esperienze migratorie, l’attuale condizione occupazionale e localizzazione geografica.

 

Oltre i fattori economici

La prima fase dell’analisi si è concentrata sulla componente economica delle scelte migratorie dei beneficiari. Si è confrontato il reddito dei rispondenti (misurato in euro e a parità di potere d’acquisto) con il luogo di residenza eletto alla fine del programma e, in particolare, rispetto alle opzioni: rientro in Sardegna, trasferimento/permanenza in altre regioni Italiane, trasferimento/permanenza all’estero.

Secondo i risultati basati sull’analisi econometrica di un campione di oltre 600 beneficiari, chi dopo gli studi lavora in uno stato estero percepisce un reddito netto mensile tra i 968 e i 1.019 euro  superiore rispetto a chi rientra in Sardegna. Mentre non ci sono differenze statisticamente significative tra il reddito di chi rientra in Sardegna e di chi lavora in un’altra regione Italiana.

Le percentuali di rientro tendono a confermare l’importanza del fattore reddituale nella scelta localizzativa: il 50% di chi ha studiato in altre regioni italiane ha scelto di non rientrare in Sardegna, contro il 74% di chi ha svolto percorsi di studio all’estero.

I risultati suggeriscono che, benché rilevanti, le differenze reddituali riescono a spiegare solo in parte le dinamiche migratorie dei beneficiari.  Infatti, occorre chiarire per quale motivo una quota rilevante di beneficiari che hanno studiato all’estero sono poi rientrati in Sardegna (36%) malgrado l’incentivo reddituale a rimanere all’estero  e,  allo stesso tempo, perché molti beneficiari che hanno studiato in altre regioni italiane non sono rientrati (50%) malgrado il limitato vantaggio economico.

Per far luce su questi aspetti, nella seconda fase dell’analisi quantitativa, i fattori economici sono stati messi a confronto con quelli non-economici, su cui la letteratura scientifica si è soffermata particolarmente negli ultimi anni: in particolare amenità culturali e ambientali (Florida, 2005; Florida, Mellander, e Stolarick, 2008; Glaeser, Kolko, e Saiz, 2000) e social networks  (King, 2002 Mosnega e Winter, 2012; Portes, 2000; Vertovec, 2002).

I risultati dell’analisi di regressione delle determinanti della localizzazione geografica dei beneficiari confermano l’importanza dei fattori economici, e mostrano anche come le amenità culturali e ambientali siano raramente fattori rilevanti nella scelta del luogo dove stabilirsi. Al contrario i risultati suggeriscono che le reti sociali ricoprono un ruolo chiave: chi svolge esperienze di studio all’estero sviluppa reti sociali e relazionali nell’area che lo accoglie che facilitano il successivo inserimento lavorativo. D’altro lato gli stessi individui che mantengono attive le loro reti sociali nella regione di provenienza hanno un forte incentivo al rientro. Pertanto, la scelta della localizzazione al termine del percorso di studi scaturisce dal bilanciamento della forza contrapposta delle reti sociali nella regione di destinazione e di provenienza.

Per approfondire la complessità delle scelte localizzative dei beneficiari e la loro evoluzione nel tempo e nello spazio, l’analisi quantitativa è stata integrata con delle interviste approfondite su un sotto-campione di beneficiari (28 in totale), selezionati in modo da garantire una pari rappresentanza sia di genere (14 maschi e 14 femmine) che di scelta localizzativa (14 rientrati in Sardegna e 14 localizzati in altre regioni italiane o all’estero).

Le interviste approfondite mostrano che la disponibilità di opportunità economiche può essere favorita dalla presenza di forti reti sociali. Una quota consistente dei beneficiari intervistati che ha scelto di tornare in Sardegna ha trovato una posizione lavorativa soddisfacente proprio grazie ad una solida rete di relazioni sociali in loco. D’altra parte, altri beneficiari hanno trovato lavoro fuori dalla Sardegna grazie all’esistenza di forti network di relazioni socio-professionali, sviluppate durante il periodo di studio.

 

Dalla fuga alla circolazione dei cervelli

Le interviste approfondite hanno messo in luce la natura circolare dei fenomeni migratori, facilitati dal programma Master and Back. Molti di coloro che sono rimasti all’estero continuano a coltivare ambizioni di rientro, principalmente poiché vorrebbero ricongiungersi alla famiglia, agli amici o per il bisogno di “sentirsi a casa”. Alcuni di coloro che sono rientrati potrebbero ripartire a breve, principalmente perché non sono soddisfatti della propria condizione lavorativa. Altri ancora hanno intrapreso percorsi di vita e professionali a cavallo tra la Sardegna e altre regioni italiane o estere. In questo ambito si assiste allo sviluppo di vere e proprie carriere trans-nazionali con attività di lavoro svolte simultaneamente in Sardegna e all’estero, capitalizzando su esperienze e relazioni maturate in entrambi i contesti. Dalle attività ingegneristiche nelle tecnologie verdi svolte in Sardegna in collaborazione con soci in Germania, alla proposta a clienti sardi di soluzioni architettoniche e di design sviluppate a Barcellona (e vice-versa alla presentazione a studi di architettura spagnoli di materiali e stili tipici della Sardegna), le interviste hanno messo in luce che le forme di collaborazione messe in atto dai beneficiari del programma sono le più varie.

Ingenti risorse sono state spese dai governi per scoraggiare la fuga dei cervelli attraverso l’attivazione di incentivi economici: lo stesso programma Master and Back ha fornito incentivi economici per il rientro dei beneficiari. Tuttavia, queste politiche sembrano trascurare due elementi chiave messi in evidenza dalla nostra ricerca: l’importanza dei network sociali e la natura circolare dei fenomeni migratori. Questi elementi aggiuntivi suggeriscono l’opportunità, per i decisori politici, di integrare le attuali politiche di incentivazione economica con politiche incentrate sul ruolo delle reti sociali.

In questo senso è fondamentale lavorare per rendere i mercati del lavoro locali maggiormente accessibili, meritocratici e con assunzioni basate su ‘network aperti’. Fondamentale è anche rafforzare i network sociali di studenti e giovani lavoratori ‘mobili’, favorendo la loro adesione ad associazioni culturali, universitarie, professionali, realizzando piattaforme internet dedicate, ecc.

I risultati suggeriscono inoltre la necessità di fare leva sulla natura circolare del fenomeno migratorio senza fermarsi al tentativo – spesso illusorio nelle aree più svantaggiate – di assicurarsi in modo definitivo ed esclusivo figure altamente qualificate. In questo senso è importante favorire forme di lavoro flessibile e il tele-lavoro anche dall’estero, incentivare le carriere internazionali riducendo la burocrazia e i costi (dalla tassazione dei redditi e degli immobili dei residenti all’estero fino all’assistenza sanitaria) associati al trasferimento all’estero (o al rientro in Italia) e facendo pressione per una revisione complessiva delle norme sul trasferimento dei contributi e dei pensionistiche per le carriere internazionali.

In sintesi, l’analisi quantitativa e qualitativa della mobilità dei beneficiari del Programma Master & Back conferma la natura fortemente circolare dei fenomeni migratori anche per quanto riguarda il Mezzogiorno d’Italia (Baláz,  Williams, e Kollár, D., 2004; Gaillard e Gaillard, 1997; Saxenian, 2005). Alla luce di queste evidenze la mobilità geografica dei laureati non dovrebbe essere osteggiata per paura della fuga dei cervelli. Al contrario, le politiche di sviluppo regionale e locale dovrebbero sfruttare al meglio le possibilità che questa mobilità comporta in forme nuove e diverse. Il mantenimento di legami forti con la parte più mobile della forza lavoro regionale, oltre a facilitarne il rientro futuro, rende possibili – come dimostrano i nostri risultati (Crescenzi, Holman, Orrù, 2016a) – flussi di conoscenza, opportunità commerciali e flussi d’investimento verso la regione di origine.

Riccardo Crescenzi, London School of Economics

Nancy Holman, London School of Economics

Enrico Orrù, LSE e Presidenza Regione Sardegna (3)

 

Riferimenti bibliografici

Baláz, V., Williams, A. M. e Kollár, D. (2004), Temporary versus permanent youth brain drain: economic implications, International Migration, 42, 4: 3-34.

Crescenzi, R., Holman, N. e Orrù, E. (2016a), Why do they return? Beyond the economic drivers of graduate return migration, The Annals of Regional Science, Special Issue Paper, advanced access DOI: 10.1007/s00168-016-0760-y.

Crescenzi, R., Gagliardi, L. e Orru, E. (2016b), Learning mobility grants and skill (mis)matching in the labour market: The case of the ‘Master and Back’ Programme, Papers in Regional Science, advanced access DOI: 10.1111/pirs.12155.

Florida, R. (2005), Cities and the creative class, New York: Routledge.

Florida, R., Mellander, C. e Stolarick, K. (2008), Inside the black box of regional development—human capital, the creative class and tolerance, Journal of Economic Geography, 8, 5: 615-649.

Gaillard, J. e Gaillard, A. M. (1997), Introduction: The international mobility of brains: exodus or circulation?, Science Technology & Society, 2, 2: 195-228.

Glaeser, E. L., Kolko, J. e Saiz, A. (2000), Consumer city, Cambridge, USA: National Bureau of Economic Research.

King, R. (2002), Towards a new map of European migration, International Journal of Population Geography, 8, 2: 89-106.

Mosneaga, A. e Winther, L. (2012), Emerging Talents? International Students Before and After Their Career Start in Denmark, Population, Space and Place, 19, 2: 181–195.

Portes, A. (2000), Globalization from below: the rise of transnational communities, in Kalb, D., Van Der Land, M., Staring, R., Van Steenbergen, B. e Wilterdink, N. (eds.) The ends of globalization: bringing society back in, New York, Rowman & Littlefield Publishers, Inc., 253–270.

Saxenian, A. (2005), From Brain Drain to Brain Circulation: Transnational Communities and Regional Upgrading in India and China, Studies in Comparative International Development, 40, 2: 35-61.

Vertovec, S. (2002), Transnational networks and skilled labour migration, Oxford: University of Oxford. Transnational Communities Programme, Working Paper, n. WPTC-02-02.

 

Note

(1) Il paper puo’ essere scaricato gratuitamente (full open access) al seguente link: http://rd.springer.com/article/10.1007/s00168-016-0762-9

(2) http://www.regione.sardegna.it/masterandback/   – Per altri studi su Master and Back si veda anche Crescenzi, Gagliardi e Orrù, 2016b.

(3) Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono da attribuire all’autore e non investono la responsabilità dell’istituzione di appartenenza

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