Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Itinerari culturali europei e sviluppo sostenibile: il caso della via Francigena

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 di: Enrico Conti, Sabrina Iommi, Leonardo Piccini, Stefano Rosignoli

EyesReg, Vol.5, N.4, Luglio 2015.
 
Sono molte le aspettative circa la capacità del turismo cosiddetto “lento”, a contenuto prevalentemente culturale ed esperienziale, di agire come importante driver dello sviluppo economico, specialmente per le aree rurali e le piccole città storiche rimaste tradizionalmente ai margini dello sviluppo industriale e terziario. La valorizzazione della Via Francigena, promossa dal Consiglio d’Europa quale Grande Itinerario Culturale d’interesse europeo, rappresenta in proposito un caso molto interessante. Una valutazione d’impatto fatta per il tratto toscano sulla base di tre diverse metodologie conferma l’impatto positivo atteso.

 

Aspettative e stima degli impatti
Le ragioni dell’interesse per la valorizzazione turistico-culturale sono almeno due: la tipologia di aree beneficiarie, quelle a oggi meno sviluppate e con un potenziale di crescita non del tutto sfruttato e le modalità dello sviluppo proposte, sostenibili dal punto di vista sia ambientale che sociale, perché basate su un turismo rispettoso dei luoghi e poco impattante nei modi di fruizione degli stessi (OECD, 2010). In questo, l’iniziativa tesa alla valorizzazione dei grandi itinerari culturali europei, risulta perfettamente in linea con la filosofia che guida le nuove politiche di sviluppo place-based, tese cioè a sfruttare in modo sostenibile i driver locali dello sviluppo (Barca, 2009).
Il progetto di valorizzazione della Via Francigena, antica via di pellegrinaggio che collegava in Nord-Europa (a partire da Canterbury) a Roma e, successivamente a Gerusalemme, è stato promosso per la prima volta dal Consiglio d’Europa nel 1994, anche sulla scia del successo riscosso dal Cammino di Santiago, e riaffermato con più forza nel 2004, quando la Francigena è stata elevata al rango di Grande Itinerario Culturale. A partire dal 2009, la Regione Toscana ha avviato, per la tratta di sua competenza, una serie importante di investimenti, alimentati sia da fondi FAS (ora FSC) che da risorse regionali e locali, che hanno consentito l’inaugurazione ufficiale del percorso nel giugno 2014. Complessivamente, si tratta di circa 24 milioni di euro, destinati per oltre il 60% alla messa in sicurezza del percorso e alla relativa segnaletica, per il 19% al recupero del patrimonio architettonico, per il 17% alla realizzazione di strutture ricettive.
La forte rilevanza dei contributi pubblici, come la quantità delle aspettative riposte nella nuova via allo sviluppo suggeriscono la necessità di stimare gli impatti in parte già realizzati, in parte attesi per il futuro. Si propongono di seguito tre diverse modalità di stima:
a) con un approccio controfattuale, che confronta l’evoluzione delle presenze turistiche nelle aree rurali attraversate o escluse dalla Francigena nel periodo 1994-2012;
b) tramite l’applicazione di un modello input-output multi-regionale, che stima il PIL e le unità di lavoro (ULA) attivati dagli investimenti pubblici e dalla spesa turistica locale;
c) tramite l’elaborazione di scenari evolutivi di lungo periodo (fino al 2022), basati sull’applicazione della dinamica delle presenze turistiche sperimentata in territori paragonabili.
Tutte e tre le metodologie utilizzate si basano sulla conoscenza delle caratteristiche territoriali e sull’uso di dati georiferiti, quindi su di un approccio di tipo geografico.

 

Il metodo contro-fattuale
La condizione per applicare tale metodo è di isolare un gruppo di controllo, che presenti caratteristiche simili a quelle dei territori “trattati”, ma che non abbia beneficiato degli investimenti (Martini e Sisti, 2009). Poiché la Francigena toscana attraversa un territorio molto eterogeneo, fatto di ampie parti rurali, ma anche di alcune note città d’arte (Lucca, San Gimignano, Siena) e famose zone balneari (Versilia), il primo passaggio consiste nell’isolare i comuni rurali da quelli turisticamente maturi. I primi vengono poi confrontati, in relazione alla dinamica delle presenze turistiche nel periodo 1994-2012, con territori rurali non interessati dal percorso.

 Grafico 1 – Evoluzione delle presenze turistiche nelle aree rurali con e senza Francigena. 1994-2012 (Valori assoluti – scala sinistra – e variazioni percentuali – scala destra – )

Grafico1
Come mostra il Grafico 1, fino al 2000 il gruppo dei trattati ha sperimentato una dinamica delle presenze inferiore a quella del gruppo di controllo, ma dal 2000 in poi la distanza è positiva e crescente e, al 2012, la presenza della Francigena ha consentito un differenziale del 34% delle presenze (290mila unità).

 

Il modello input-output
Il modello input-output viene applicato per la stima dell’impatto economico e occupazionale in due diversi modi:
a) nella fase di ristrutturazione del percorso (2009-2012), esso misura il reddito e l’occupazione imputabili agli investimenti dei 4 anni (8,8 milioni di euro) e alla spesa turistica (6,36 milioni) delle presenze aggiuntive (64.200) (Tabella 1, colonne 1 e 2);
b) nella fase a regime, esso stima il reddito e l’occupazione derivanti dalla spesa turistica complessiva (68,30 milioni) al 2012, strettamente connessa alla Francigena (si considerano, cioè, solo le presenze turistiche registrate nelle strutture poste entro 1 Km dal percorso, data la prevalenza di spostamenti a piedi e in bicicletta) (Tabella 2, colonna 3). Per attribuire le presenze al percorso si fa riferimento ai territori meno sviluppati (le aree rurali) e il rapporto presenze turistiche per Km di Francigena viene poi applicato anche nelle aree turisticamente più mature (città d’arte e zone balneari) secondo la formula illustrata qui sotto:

Tabella 1 – L’attivazione di reddito e occupazione in termini differenziali e di stock

Tabella1

Il primo tipo di valutazione (fase di investimento) stima un’attivazione di 10,8 milioni di euro di PIL e 200 unità di lavoro a tempo pieno (ULA), il secondo tipo di valutazione (spesa complessiva a regime) stima invece un’attivazione di 49,1 milioni di euro di PIL e 881 unità di lavoro, pari, rispettivamente allo 0,04% del PIL regionale e allo 0,05% dell’occupazione toscana.

Gli scenari evolutivi
Il terzo metodo applica il criterio del “what if”. Nel dettaglio, si stima l’evoluzione di lungo periodo (al 2022) delle presenze turistiche, ipotizzando che la Francigena evolva in 4 diversi modi:
1) seguendo la dinamica media regionale, stimata sulla base delle previsioni elaborate dal WTO (ipotesi baseline);
2) seguendo la dinamica sperimentata dal Cotswold inglese, un’area rurale di pregio per molti aspetti paragonabile alla collina toscana;
3) seguendo la dinamica sperimentata dal Cammino di Santiago, itinerario culturale di origine religiosa e a carattere prevalentemente rurale, affine alla via Francigena;
4) seguendo, infine, la dinamica sperimentata da un’altra area rurale di pregio della regione, il Chianti.

Grafico 2 – I 4 scenari evolutivi delle presenze turistiche connesse alla Francigena al 2022

Grafico3

I quattro scenari appartengono a tre diversi ordini di grandezza (Grafico 2). Al livello più basso in termini di dinamica delle presenze turistiche si trovano l’ipotesi baseline e quella che riproduce il caso del Cotswold, ormai a sviluppo maturo, i quali fanno stimare un incremento che oscilla fra il 40% e il 50% delle attuali 690mila presenze (dato 2012). C’è poi uno scenario intermedio, rappresentato dall’ipotesi di un’evoluzione simile a quella sperimentata dal Chianti negli anni ’90, in questo caso le presenze attese al 2022 sono più del doppio di quelle attuali. Infine, c’è lo scenario che riproduce il comportamento del Cammino di Santiago, un vero e proprio caso di successo, che riapplicato alla Toscana dà per il 2022 il quadruplo delle presenze odierne, pari a 2,7 milioni.

 

Conclusioni
Date le numerose aspettative riposte nelle opportunità di sviluppo connesse alla valorizzazione del turismo culturale ed esperienziale, e considerato che la promozione dei luoghi passa necessariamente attraverso l’attivazione di investimenti pubblici, è importante valutare l’impatto atteso di tali operazioni. Nel caso degli investimenti promossi dalla Regione Toscana sulla Francigena, si sono testati tre modi alternativi di valutazione degli impatti: a) un approccio di natura controfattuale focalizzato sulle aree a oggi meno sviluppate in termini di richiamo turistico, b) un approccio più classico basato sull’uso del modello input-output, per il quale si sono tuttavia “isolate” le presenze direttamente attribuibili alla Francigena con l’applicazione di un metodo geografico, c) un’analisi per scenari di lungo periodo, basata sul benchmarking con casi paragonabili.
Tutti e tre i metodi, in qualche modo complementari, confermano l’impatto positivo atteso in termini sviluppo economico dalla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

Enrico Conti, IRPET

Sabrina Iommi, IRPET

Leonardo Piccini, IRPET

Stefano Rosignoli, IRPET

 

Bibliografia
BARCA F. (2009), Un’agenda per la riforma della politica di coesione: una politica di sviluppo rivolta ai luoghi per rispondere alle sfide e alle aspettative dell’Unione Europea, Rapporto indipendente per il Commissario europeo alla politica regionale D. Hübner, Bruxelles
CONTI E. (2010), L’impatto del Turismo in provincia di Siena nell’anno 2010, Irpet, Firenze;
MARTINI A., SISTI M. (2009), Valutare il successo delle politiche pubbliche, Il Mulino, Bologna
OECD (2010), The Impact of Culture on Tourism, http://www.oecd.org

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