di: Gaetano Alfredo Minerva
EyesReg, Vol.2, N.4 – Luglio 2012.
Il fenomeno della segregazione etnica ha assunto, anche nelle città italiane, un notevole rilievo. Con sempre maggiore frequenza è possibile individuare, all’interno dei più grandi centri urbani, quartieri in cui la presenza degli immigrati è particolarmente concentrata (si pensi a zone come quella di Via Padova a Milano). Da un punto di vista teorico, è possibile individuare diversi tipi di segregazione urbana. Da una parte, ci può essere la concentrazione spaziale di attività economiche che impiegano immigrati (si pensi ad esempio alla elevata densità in certe aree di negozi di alimentari gestiti da indiani, pachistani, ecc.). Dall’altra, la concentrazione spaziale può essere di tipo cosiddetto residenziale, cioè riguardare il luogo dove gli immigrati vivono. Con riferimento all’ultimo tipo di segregazione, in un lavoro ormai classico Cutler e Glaeser (1997) hanno verificato che gli afro americani ricevono un impatto negativo dal livello di segregazione etnica del quartiere in cui vivono in termini di:
- Istruzione (minori livelli di istruzione per gli afro americani segregati rispetto ai bianchi segregati);
- Reddito (minore reddito per gli afro americani segregati rispetto ai bianchi segregati);
- Disagio sociale (più alta probabilità di essere ragazze-madri oppure di essere inattivi nel mercato del lavoro per gli afro americani segregati rispetto ai bianchi segregati).
Questi risultati (ulteriormente raffinati in studi successivi, anche per altre etnie, si veda ad esempio Cutler et al., 2008) sottolineano l’importanza dell’analisi dell’andamento della segregazione etnica a livello urbano. In termini di politiche pubbliche urbane, è molto importante capire se la segregazione stia aumentando o diminuendo in quanto, come dimostrato da questi studi, un aumento della segregazione può portare ad un peggioramento della condizione degli immigrati residenti. Inoltre, gli immigrati più capaci potrebbero essere indotti ad abbandonare le città con segregazione etnica in aumento proprio per sfuggire a questi effetti negativi.
L’andamento degli indici di segregazione etnica
In questo articolo calcolo l’andamento di due indici di segregazione residenziale etnica dal 1991 al 2009 a Bologna per i cittadini stranieri nel complesso e per tre etnie specifiche: cinesi, filippini e marocchini. Senza entrare troppo in dettagli tecnici, gli indici di segregazione confrontano la concentrazione dei membri di un certo gruppo etnico in un certo quartiere con quella media dei membri di quel gruppo a livello dell’intera città. Quanto più una etnia è segregata, tanto più ci saranno quartieri con molti più immigrati rispetto alla media di città assieme a quartieri con molti meno immigrati rispetto alla media di città. Per una completa rassegna degli indici di segregazione residenziale si veda Massey e Denton (1988).
Per calcolare gli indici di segregazione ho utilizzato dati riguardanti la consistenza numerica dei diversi gruppi (e della popolazione totale) in termini di residenti a livello delle 90 aree statistiche del Comune di Bologna per gli anni 1991, 1996, 2001, 2006 e 2009. L’area statistica è una fine partizione del territorio comunale e questo permette di valutare la segregazione con notevole precisione.
Nella Figura 1 si considera il Dissimilarity Index che soddisfa, in ciascun anno, la seguente espressione:
(1) |
dove P ≡ gruppototale∕totaletotale è la frazione, sul totale di residenti a Bologna, del particolare gruppo considerato, totalei è il numero totale di abitanti nell’area statistica i, gruppoi è il numero totale del particolare gruppo nell’area statistica i, totaletotale è il totale di abitanti a Bologna, gruppototale è il totale del gruppo a Bologna.
Figura 1 – Andamento del Dissimilarity Index a Bologna dal 1991 al 2009
Dall’analisi dell’andamento dell’indice si ricavano i seguenti fatti:
C’è stata, per gli stranieri nel complesso, una riduzione della segregazione dal 1991 al 2009;
Per i marocchini, c’è stato un aumento della segregazione dal 1991 al 1996, seguito poi da una riduzione;
I filippini hanno un trend sempre decrescente;
Per i cinesi c’è stata prima una riduzione di segregazione e, a partire dal 2001 in poi, c’è stato un aumento. I cinesi sono inoltre il gruppo etnico che attualmente mostra il grado maggiore di segregazione.
Un problema comune agli indici di segregazione è quello di essere sensibili a fattori quali il grado di disaggregazione spaziale a cui si conduce l’analisi, la numerosità totale del gruppo etnico a livello di città ed altro ancora. Per questo motivo, indici di segregazione diversi possono dare risultati diversi riguardo all’andamento della segregazione di uno stesso gruppo. Pertanto è necessario testare la robustezza dell’analisi utilizzando più di un indice di segregazione. Nella Figura 2 si considera l’andamento di un altro indice, il cosiddetto Isolation Index Modificato:
(2) |
dove la variabili mantengono la stessa definizione di prima. Dall’analisi dell’andamento dell’indice si ricavano i seguenti fatti:
C’è stato, per gli stranieri nel complesso, prima un aumento della segregazione (probabilmente a causa dell’aumento della segregazione dei marocchini) poi una riduzione, poi di nuovo un leggero aumento (probabilmente a causa dell’aumento della segregazione per i cinesi);
Per i marocchini, c’è stato un aumento della segregazione dal 1991 al 1996, seguito poi da una riduzione;
I filippini hanno un trend prima piatto poi decrescente;
Per i cinesi c’è un aumento di segregazione tra il 1991 ed il 1996, poi una piccola riduzione, poi infine un deciso aumento dal 2001 al 2009. I cinesi sono il gruppo etnico che mostra il grado di segregazione maggiore.
Figura 2 – Andamento dell’Isolation Index Modificato a Bologna dal 1991 al 2009
Conclusioni ed implicazioni di politica urbana
Gli indici sopra presentati mostrano un quadro relativamente consistente riguardo all’andamento della segregazione etnica a Bologna nel periodo 1991-2009. L’andamento della segregazione etnica nel tempo è sostanzialmente decrescente per gli stranieri nel complesso e per due etnie su tre, cioè filippini e marocchini. L’unica etnia che mostra un aumento di segregazione negli anni recenti (2001-2009) è l’etnia cinese. I cinesi sono anche quelli che, con riferimento al 2009, mostrano il grado di segregazione maggiore.
Analisi di questo tipo sono molto importanti per informare le scelte del decisore pubblico a livello di politiche urbane. Nel caso del Comune di Bologna, il problema della segregazione etnica non sembra essersi aggravato negli ultimi venti anni. L’unica eccezione è costituita dall’etnia cinese, per cui la segregazione è in aumento. Dati gli effetti potenzialmente negativi citati in precedenza derivanti dall’aumento della segregazione sugli stessi immigrati, è utile monitorare l’andamento della segregazione per identificare delle misure di politica urbanaatte a mitigarne gli effetti negativi. Anche questo contribuisce a forgiare la strategia per costruire città dinamiche ed attraenti.
Gaetano Alfredo Minerva, Università di Bologna
Bibliografia
Cutler D. M., Glaeser E. L. (1997), Are Ghettos Good or Bad?. Quarterly Journal of Economics, 112, 3: 827-872.
Cutler D. M., Glaeser E. L., Vigdor J. L. (2008), When Are Ghettos Bad? Lessons from Immigrant Segregation in the United States. Journal of Urban Economics, 63, 3: 759-774.
Massey D. S., Denton N. A. (1988), The Dimensions of Residential Segregation. Social Forces, 67, 2: 281-315.