Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Patrimonio culturale e dimensione valoriale: Il Teatro dell’Unione di Viterbo

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di: Elena Bocci

EyesReg, Vol. 10, N. 5, Settembre 2020

Nell’ambito del patrimonio culturale viterbese, il presente contributo inquadra il Teatro dell’Unione di Viterbo lungo il Percorso Intergenerazionale Valoriale e di Educazione Ambientale cittadino.

Il Percorso deriva dai risultati delle ricerche/sperimentazioni di “turismo intergenerazionale” viterbesi (coordinatrice scientifica prof.ssa Antonietta Albanese –Vice Presidente A.R.I.P.T.Fo.R.P.) e si contraddistingue per la ricca dimensione valoriale evidenziata da evocazioni da parte dei partecipanti (nonni e nipoti non legati da vincoli si parentela; Albanese e Bocci, 2014) come: altruismo, amicizia, condivisione, fratellanza, integrazione, solidarietà, unione, famiglia ecc.

L’approccio teorico di riferimento è la Teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961/1976). Secondo le definizioni più diffuse, per rappresentazioni sociali s’intendono: “teorie ingenue, proprie del senso comune, che esprimono sistemi di valori, convinzioni e norme di comportamento…” (Palmonari, 1991:189). Per la stretta relazione che lega le rappresentazioni alle pratiche sociali (interventi), la teoria si rivela idonea nello studio degli ambiti: sociale, culturale, turistico, economico…

Nel Percorso Intergenerazionale Valoriale e di Educazione Ambientale la dimensione valoriale è stata trasformata in elemento visibile della realtà concreta, ovvero “oggettivata”, alla luce della Teoria, nel percorso valoriale che si snoda attraverso alcuni luoghi significativi:

  •  Giardino della Fraternità –ubicato a Porta della Verità, contiene il dado ideato da Chiara Lubich (1920-2008), fondatrice del Movimento dei Focolari.
  • Laboratorio Cross Culturale Intergenerazionale – è la sede del gruppo Nonni e Nipoti di Viterbo ubicata nel centro storico, a pochi passi dal Giardino della Fraternità, lungo il percorso che porta al Teatro dell’Unione. Il Laboratorio è collocato nel palazzetto dedicato ai Servizi Caritas del Centro di Ascolto e dell’Orientamento al Lavoro.
  • Teatro dell’Unione – luogo-simbolo (Lynch, 1970) che accompagna dall’Ottocento la vita privata e pubblica della comunità locale.
  • Orti Solidali – si estendono su un terreno di circa 9000 mq che il Comune di Viterbo ha assegnato in comodato alla Caritas Diocesana. Il progetto prevede il recupero e la conservazione di un’area verde urbana incolta, congiuntamente a una finalità sociale. All’interno degli Orti Solidali opera il Gruppo Nonni e Nipoti.
  • Boschetto urbano “Nonni e Nipoti” – progetto per il rimboschimento di un’area del territorio locale avviato dai Nonni e Nipoti nel 2006 e realizzato nel 2012 in sinergia con: Comune di Viterbo (Giovanni Arena), Facoltà di Agraria Unitus (Leonardo Varvaro), Acli Provinciali (Renzo Salvatori) Istituto Comprensivo Alceste Grandori (Clara Vittori), Carabinieri Forestali (Simone Bocci).

Come primo esito del lavoro di rete intessuto, gli Orti Solidali -tappa del percorso- ospitano dal 18 luglio al 31 ottobre 2020 la Biennale di Viterbo Arte Contemporanea su: “Ragnatela Ambientale Globale: come sarà la vita”.

Figura 1: Percorso Intergenerazionale Valoriale e di Educazione Ambientale nella Città di Viterbo.

Il valore e le potenzialità del Teatro dell’Unione vengono posti all’attenzione non solo della comunità accademica, ma anche dei policy-maker all’interno e al di fuori del lavoro di rete avviato, per il ruolo che il bene pubblico può assumere -negli ambiti socio-culturale, turistico, economico…-  al termine del lockdown imposto dalla pandemia Covid19, anche congiuntamente alla possibile espansione del “turismo intergenerazionale” (nelle modalità indicate dal Comitato Scientifico A.R.I.P.T.Fo.R.P. alla Task Force per la fase 2 -Presidenza Colao 2020).

Il Teatro dell’Unione

Per la Città di Viterbo il Teatro dell’Unione rappresenta  un bene di interesse sociale e valoriale, oltre che storico-culturale, turistico e economico. Fin dalle sue origini fu, infatti, pensato per unire classi sociali diverse: i nobili, i mercanti e il popolo.

Fu scelto il progetto di uno dei più grandi Architetti dell’Ottocento, Virginio Vespignani. La posa della prima pietra avvenne il 28 novembre 1846. Divenne uno dei palcoscenici più imponenti d’Italia. L’inaugurazione seguì con la stagione lirica che durò dal 4 agosto al 25 settembre 1855.

Le fotografie in bianco e nero appartengono all’Archivio di Mauro Galeotti (Viterbo), Direttore responsabile del quotidiano www.lacitta.eu.

Figura 2: 1910 circa. Il Teatro dell’Unione ideato dall’Architetto romano Virginio Vespignani

Il Teatro dell’Unione ha attraversato oltre un secolo e mezzo della storia cittadina, non sottraendosi ad esempio alle ferite della Seconda Guerra Mondiale; è stato, infatti, duramente danneggiato durante i bombardamenti che colpirono Viterbo nel 1943-44.

Figura 3: 1946. Il Teatro dell’Unione colpito gravemente dai bombardamenti del 1944

Dopo la ricostruzione, negli anni ’60, divennero celebri i “Veglioni della Stampa” che accolsero artisti famosi [1].

Figura 4: 2 febbraio 1966. Veglione della Stampa durante le feste del Carnevale

Foto Petretti di Dino Costantini, Viterbo

Obiettivi e metodologia

Gli obiettivi della sperimentazione condotta nel 2019 sul Teatro di Viterbo sono stati:

  • Ricostruire un primo inquadramento delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961/1976) del Teatro dell’Unione.
  • Cogliere indicazioni per possibili interventi, nell’ottica della valorizzazione del lavoro di rete.

In quest’ottica la ricerca (Albanese et Al., 2019; Bocci, 2020) ha coinvolto Autorità, esperti e lungo-residenti per un totale di 23 partecipanti [2]. La raccolta dei dati è avvenuta mediante interviste semi-strutturate. È stato possibile applicare l’analisi del contenuto manuale, in considerazione del circoscritto bacino di interviste.

Risultati

“La diffusione del pieno romanticismo dal punto di vista culturale ma anche nei suoi risvolti politici e istituzionali, con tutti i moti dovuti all’estensione della Carboneria, portò alla propagazione del nuovo spirito liberale emergente, contribuendo all’affermazione di un nuovo motivo di aggregazione culturale, sociale e politico nello stesso tempo”. Nacque così il Teatro dell’Unione che viene percepito ancora oggi come un luogo-simbolo per la cittadina (Lynch, 1970), uno degli edifici più amati e rappresentativi. Alla luce della Teoria delle Rappresentazioni Sociali, è metaforicamente assimilato a un “monumento vivente” dalla “benevola e tranquillizzante presenza”.

Attraverso le diverse testimonianze è possibile leggere e ricostruire gli elementi distintivi della grande storia e della storia locale la cui memoria è importante trasmettere ai giovani. A questo scopo, alcune interviste sono state realizzate dagli studenti della classe 4aB dell’Istituto Comprensivo Alceste Grandori, coordinati dalla Prof.ssa Marta Vicedomini, e in modalità di Alternanza Scuola Lavoro –attuale PCTO- dagli studenti del Liceo delle Scienze Umane e Liceo Musicale “Santa Rosa Da Viterbo”, come ricorda la Prof.ssa Caterina Bove -Tutor Interno/coordinatrice per la promozione e realizzazione dei progetti di PCTO per il Turismo Intergenerazionale:  “…L’esperienza vissuta dagli alunni ha confluito in una buona interazione con l’altro. Gli incontri con i vari esperti hanno concesso loro di togliere il “velo di Maya” che non gli permetteva di conoscere appieno ciò che li circonda. Di funzionale importanza per gli alunni-nipoti è stato vivere in prima linea la trasmissione del sapere da parte degli intervistati che gli hanno trasmesso le loro conoscenze, stimolando in ognuno il desiderio di scoprire le differenti realtà che offre il territorio locale. Ancora una volta il Teatro dell’Unione (nato per assottigliare le disuguaglianze sociali) funge da collante tra gli studenti, che indossano le vesti dei nipoti, e i nonni che donano il loro tempo per ri-scoprire e far scoprire ai nipoti le meraviglie del territorio viterbese”.

Storie personali, vissuti e esperienze di piccoli gruppi si fondono nell’atmosfera del teatro e negli spazi del piano superiore (il ridotto) adibito, con delibera n. 551 del 18.06.1979, ad accogliere la Scuola Musicale Comunale. Il Teatro dell’Unione è diventato: “luogo di incontro e di dialogo di tante culture e nazionalità diverse”.

La funzione culturale del Teatro dell’Unione è stata evidenziata attraverso la citazione di Claudio Abbado che paragona i teatri “a acquedotti che portano la cultura, un bene primario come l’acqua”. Dopo i necessari restauri, infatti: “è ritornato ad assumere il ruolo di fulcro culturale per i cittadini viterbesi e per i turisti che vengono a visitare la Città di Viterbo, con un programma di spettacoli che spaziano fra generi diversi e si rivolgono a persone di tutte le età, dai più piccoli ai più grandi, per far crescere la cultura teatrale e per far vivere il teatro come spazio fisico e luogo di incontro”. Inoltre: “il Teatro dell’Unione continua a essere il punto centrale della vita culturale cittadina e la sua attività, complessivamente per qualità e quantità, ha stimolato il rinascere, se non addirittura il nascere di iniziative culturali ed artistiche locali”.

Secondo il parere dei tecnici, oggi la Città di Viterbo può: “ambire alla promozione dell’Unione a Teatro di Tradizione, passando attraverso la qualifica di Teatro Storico” per i suoi trascorsi di produzione ed esecuzione delle manifestazioni, per la struttura di cui dispone e per le risorse vive presenti in città.

Conclusioni e prospettive future

L’opera del Vespignani costituisce un importante valore aggiunto per la Città, interconnettendo passato, presente e futuro: è stata voluta dai diversi ceti sociali e successivamente realizzata, valorizzata, vissuta, ma anche ferita e ricostruita; è oggi ricordata come parte della memoria sociale cittadina e può essere ulteriormente consolidata.

In considerazione dei risultati della ricerca/intervento, si suggerisce la promozione del Percorso Intergenerazionale Valoriale e di Educazione Ambientale e la creazione di una nuova tappa: il museo multi-mediale del Teatro dell’Unione. L’intervento contribuirebbe al più ampio auspicio, evidenziato dagli intervistati, della realizzazione di un indotto: “un polo culturale con scuole di recitazione, compagnie stabili…” per la salvaguardia e la valorizzazione del Teatro dell’Unione nel suo significato artistico-culturale, con un rilancio del turismo come volàno dell’economia locale.

Elena Bocci, Università di Roma “La Sapienza”

Riferimenti bibliografici

Albanese A., Bocci E. (2014), Turismo intergenerazionale e benessere psicosociale. Atti del XIV Congresso del Comitato Scientifico Nazione “Psicologia e Turismo” – I Congresso Nazionale A.R.I.P.T.Fo.R.P. Invecchiamento e turismo. Salute, cultura, intergenerazionalità. (Brescia, 11 ottobre 2014), Turismo e Psicologia, 7 (2) 54-71.

Albanese A., Bocci E., Bove C., De Simoni S., Salvatori R. (2019), Il Turismo come Conoscenza e Valorizzazione Intergenerazionale dei Beni: il Teatro dell’Unione di Viterbo, Turismo e Psicologia, Working Paper.

Bocci E. (2020), Il Teatro dell’Unione memoria della Città di Viterbo, Arcidosso: Effigi.

Bocci E., Albanese A. (2019), Il Laboratorio Incontri Generazionali e le ricerche/sperimentazioni di turismo intergenerazionale in alternanza scuola-lavoro. Ricerche di Psicologia, 42 (4) 700-719.

Lynch K. (1970), The image of the city, Trad. It. L’immagine della città, Venezia: Marsilio Editore.

Palmonari A. (1991), Atteggiamenti e rappresentazioni sociali, in R. Trentin (Ed.), Gli atteggiamenti sociali, Torino: Bollati Boringhieri.
187-195.

Moscovici S. (1961/1976), La Psychanalyse, son Image et son Public. Étude sur la représentation sociale de la psychanalyse, Paris: Presses Universitaires de France.


[1] Dagli anni ’80 il Teatro dell’Unione ha iniziato la collaborazione con il Teatro di Roma, che ha portato a Viterbo i più importanti nomi della prosa italiana e, a seguire, con il Teatro Bellini di Napoli. Sotto la direzione dall’attore e regista napoletano Tato Russo il Teatro dell’Unione ha avuto una media di 20000 spettatori a stagione con rappresentazioni famosissime: “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, “Il Fu Mattia Pascal” di Pirandello con Flavio Bucci, le commedie musicali di Pietro Garinei…

[2] Si ringraziano i partecipanti alla ricerca: Giovanni Arena, Leonardo Michelini, Antonello Ricci, Stefano Menghini, Marco Salvatori, Giulia Ripani, Mario Settembri, Umberto Laurenti, Enzo Bentivoglio, Giuseppe Brozzini, Mauro Galeotti, Leonardo De Angeli, Renzo Salvatori, Fosca Mauri Tasciotti, Vincenzo Mercurio, Gianni Uggeri, Roberto Lazzaretti, Riccardo Turchetti, nonno Bruno e nonna Grazia, zio David, Aldo Marinelli, Francesco Pasquali.

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