Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

La resilienza sociale post-sisma nelle aree interne delle Marche: una proposta di metodo

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di: Rosa Marina Donolo e Silvia Ariccio

EyesReg, Vol.10, N.1, Gennaio 2020: numero speciale “Nuove sfide per lo sviluppo delle aree interne”

In molti progetti di ricerca riguardanti le comunità di aree interne e fragili, in particolare quelle colpite dal sisma, spesso si utilizza l’approccio di partire dall’analisi degli strumenti di pianificazione e programmazione calati dall’esterno del sistema sociale, per misurarne l’impatto sulla ripresa delle normali attività sociali. Nel lavoro presentato in questo articolo, si vuole provare a rovesciare il ragionamento, ovvero, si parte dall’analisi delle attività post-sisma della comunità e nello specifico nell’identificazione delle “azioni di resilienza” messe in atto dalla collettività in modo autonomo e spontaneo, per misurarne il potenziale contributo, proveniente dall’interno del sistema sociale, sulla ripresa della comunità. Tale contributo, come un processo di partecipazione diretta, potrà essere recepito e potenziato dagli strumenti di pianificazione e programmazione istituzionali.

Per analizzare tali “azioni di resilienza” delle comunità, il progetto descritto in questo lavoro, propone un metodo sistematico e speditivo per individuarle, misurarle, valorizzarle e diffonderle, tramite la costruzione di “schede di censimento” ed il popolamento di un database e di una piattaforma online, con l’implementazione di un WebGIS specifico.

Questo progetto si propone, dunque, l’obiettivo di fornire alle comunità stesse ed ai governatori locali, uno strumento di “gestione della conoscenza” per non perdere esperienze territoriali preziose, e per favorire l’inclusione di azioni, relazioni e dinamiche del sistema sociale nelle politiche locali e nei piani territoriali. Tale strumento potrebbe favorire la diffusione e l’analisi di esperienze positive, o fallimentari, messe in atto dopo un sisma da una comunità, e potrebbe avere un’influenza positiva sulla velocità e sulla continuità territoriale della ripresa locale.

Inoltre, valorizzare e fare emergere le iniziative di resilienza di una specifica comunità in un territorio fragile, non solo potrebbe accelerare la ripresa della comunità stessa, ma potrebbe anche diffondere tali esperienze, e recepirle in piani e programmi di prevenzione e mitigazione del rischio di altre comunità, in zone soggette ad analoghi rischi, fragilità e condizioni socio-economiche ed ambientali.

Inquadramento del progetto: la resilienza sociale nel sistema delle nuove conoscenze della pianificazione territoriale

Questo progetto si colloca bene nel dibattito molto attuale sul rapporto tra nuove conoscenze e pianificazione territoriale. La pianificazione di emergenza e la pianificazione della ricostruzione post-sisma, oggi possono attingere da due grandi tipologie di conoscenze territoriali:

1. Le “conoscenze istituzionali”, ovvero quelle programmate, realizzate e fornite da diverse istituzioni e centri di competenza pubblici, che presentano generalmente le seguenti caratteristiche:

  • riguardano soprattutto la parte strutturale e materiale di un sistema urbano
  • sono acquisite in maniera strutturata e standard
  • sono facilmente misurabili e reperibili in quanto pubbliche

2. Le “conoscenze non istituzionali”, ovvero quelle prodotte da Associazioni e Comitati di cittadini etc., misurate volontariamente e autonomamente da Osservatori, Fondazioni etc., che presentano generalmente le seguenti caratteristiche opposte:

  • riguardano fenomeni relativi alla parte gestionale e immateriale di un sistema urbano
  • sono acquisite in maniera non strutturata e non standard
  • non sono facilmente misurabili e reperibili in quanto non pubbliche

La resilienza sociale è una di quelle grandezze che potrebbe essere collocata in quest’ultimo ambito di “conoscenze non istituzionali”, infatti esplora la componente sociale – ovvero le risorse umane – di un sistema urbano e tutte le sue azioni e relazioni invisibili ed intangibili ed inoltre hanno la caratteristica di essere in continua evoluzione, di ricadere principalmente nella sfera del privato, e di essere quindi “sommersi”.

Ai fini di inquadrare il nostro progetto, bisogna rilevare che a seguito dei grandi eventi sismici che negli ultimi anni hanno colpito l’Italia Centrale, è naturalmente cresciuto il volume delle nuove conoscenze disponibili per la pianificazione del rischio sismico e si possono suddividere le nuove conoscenze nelle due tipologie suddette:

1. Tra i nuovi settori di indagine di tipo “istituzionale”, si segnala lo sviluppo di nuovi studi tecnico-scientifici promossi e finanziati su tutto il territorio nazionale, come:

  • gli studi di Micro-zonazione Sismica (MS) a scala comunale,
  • l’analisi delle Condizioni Limite per l’Emergenza (CLE), a scala comunale,
  • l’aggiornamento di piani di protezione civile, studi su rischio, vulnerabilità, esposizione,
  • la promozione di progetti su aree interne e fragili, (Progetto “Made in Land”, Regione Marche, 2019) e di progetti sulla resilienza sociale post-evento sismico (Progetto “Energie Sisma Emilia”, 2015).

2. Tra i nuovi settori di indagine di tipo “non istituzionale”, si segnala lo sviluppo di ricerche ed indagini sulla resilienza sociale post-evento sismico da parte di enti indipendenti (Progetto “SISMICO”, Actionaid, 2016, Progetto online di una rete di associazioni e cittadini “TerreinMoto – Marche”, 2017). Come descritto nel paper “Disastri naturali, resilienza e capitale sociale: il ruolo dei legami sociali nel post-sisma emiliano” (Sartori e Musmeci, 2015): “…Si vuole capire se il capitale sociale (e le azioni e nuove conoscenze ad esso collegate) si presenta o meno come un fattore strategico nei processi di ricostruzione post-disastro. Si tratta di una questione ancora scarsamente indagata all’interno della sociologia dei disastri e assume rilevanza per il contributo che la relazione tra capitale sociale e disastri può fornire alla comprensione dei meccanismi sociali e al loro strutturarsi nei momenti di crisi, e in termini di sviluppo di politiche pubbliche.”

Queste nuove conoscenze “non istituzionali”, “invisibili”, “dinamiche” e “private”, in quanto attinenti alla sfera di azione autonoma di una collettività, possono e devono essere monitorate e messe a disposizione della Governance territoriale pubblica.

Obiettivi principali del progetto

Gli obiettivi principali del progetto e le relative fasi sono quattro:

a) Definire un metodo per misurare la resilienza socialedella comunità tramite l’individuazione di azioni di resilienza, e di corrispondenti parametri per misurarle; successivamente popolare tali parametri a partire da dati reali di casi pilota di comunità colpite dal sisma;

b) Implementare un sistema di raccolta e condivisione delle azioni di resilienza sociale, utilizzando innovativi e sempre più diffusi strumenti tecnologici:

  • Piattaforme online per la raccolta di dati, immagini etc., come i Social Network,
  • Piattaforme online per la raccolta e la visualizzazione di dati geo-riferiti, come i WebGIS che utilizzano i Sistemi Informativi Geografici (GIS), uno strumento utile per rappresentare fenomeni complessi e spesso poco percepibili;

c) Confrontare le azioni di resilienza delle comunità con le iniziative promosse delle istituzioni;

d) Misurare l’inclusione delle azioni di resilienza sociale nella pianificazione e programmazione per la mitigazione del rischio sismico e per la ricostruzione post-sisma, e quindi misurare le capacità di apprendimento delle istituzioni locali.

In questo articolo vengono descritte solamente le tre fasi relative alla realizzazione del primo obiettivo, ovvero l’elaborazione del metodo di misura della resilienza sociale:

  1. Individuazione dei casi pilota da analizzare di comunità in aree interne della Regione Marche ed individuazione delle rispettive fragilità;
  2. Definizioni ed aspetti della resilienza sociale delle comunità in letteratura;
  3. Individuazione, raccolta e classificazione in una “scheda di censimento” delle azioni di resilienza sociale e delle relative variabili da compilare ed analizzare per i casi pilota individuati.

1. Individuazione dei casi pilota da analizzare di comunità in aree interne della Regione Marche ed individuazione delle rispettive fragilità

Secondo la definizione contenuta nella Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), le aree interne sono “quelle aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), ricche di risorse naturali e ambientali e di un patrimonio culturale di pregio”. Nelle aree interne “vive circa un quarto della popolazione italiana, in una porzione di territorio che supera il sessanta per cento di quello totale” (DPS, 2019). Per questa ricerca sono stati selezionati quattro casi pilota di comunità in aree interne e fragili della Regione Marche, per le quali analizzare le azioni di resilienza, come riportato nella Tabella n. 1.

Tabella n. 1: I Comuni pilota selezionati ai fini del progetto e le loro principali caratteristiche. Dati presi da SNAI, Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica, e da ISTAT.

Comune Provincia Classi Comuni Popola-zione (ab) Spopola-mento Classi Fragilità Caratteristica positiva
Camerino MC B – Polo inter-comunale 7.000 si Centri Sisma Città universitaria
Camporotondo di Fiastrone MC D – Intermedio 550 si Aree Interne Sisma e popolazione anziana Presenza di una comunità indiana
Castelsantangelo sul Nera MC E – Periferico 250 si Aree Interne Epicentro Sisma Ottobre 2016 Piccola comunità
Tolentino MC C – Cintura 19.100 si Centri Sisma Città industria-lizzata

Come si evince dalla Tabella n. 1, i Comuni di Camerino e Tolentino, secondo la classificazione ufficiale non rientrano nelle aree interne, tuttavia sono stati inseriti tra i casi pilota per i seguenti motivi:

  1. Sono comunità che a causa di un evento sismico, hanno indebolito le loro precedenti condizioni socio-economiche, i servizi, e le relazioni con il sistema territoriale circostante e per questo sono concettualmente assimilabili ad aree interne, che per definizione sono aree isolate da un punto di vista geografico e/o infrastrutturale/economico,
  2. Sono comunità che a causa di un evento sismico sono divenute aree fragili,
  3. Sono comunità con un numero maggiore di abitanti rispetto alle altre due comunità selezionate, il che consente un maggior numero e una maggiore diversificazione delle iniziative sociali, nonché un maggiore e più articolato processo di diffusione delle iniziative.

Per caratterizzare meglio i casi pilota selezionati, per ognuno sarà compilata una scheda preliminare di inquadramento.

2. Definizioni ed aspetti della resilienza sociale delle comunità in letteratura

Secondo Norris (2008), una delle possibilità di sviluppare resilienza sociale risiede nella “capacità della comunità” di progettare e realizzare “azioni della comunità”, oltre che della “capacità di riflessione critica e di risoluzione dei problemi”, e della capacità di avere “flessibilità, creatività, responsabilizzazione e partenariato politico”. Tali capacità nella letteratura inglese vengono spesso descritte con un unico termine: “Empowerment of Communities”, che si potrebbe tradurre in Italiano con due distinte parole per esplicitare le due accezioni che tale termine contiene: “coinvolgimento e responsabilizzazione delle comunità”. Questo aspetto della resilienza sociale, evidenzia il fatto che la resilienza della comunità non è semplicemente un ritorno passivo alle condizioni pre-disastro (Brown & Kulig 1996), ma piuttosto uno sforzo concertato e attivo che si basa sulle persone, che adottano le misure necessarie per raggiungere il futuro desiderato.

Si parla di “Community Competence” anche nel PEOPLES Framework di Cimellaro et al. (2016).

Recentemente, alcuni studi cominciano ad indagare quali siano i fattori che portino le persone a comportarsi in modo resiliente dopo l’evento catastrofico, per esempio rimanendo a vivere nella zona colpita e attivandosi per contribuire alla ricostruzione. Alcuni studi di psicologia sociale ed ambientale, suggeriscono le seguenti caratteristiche nelle comunità resilienti:

  1. La qualità delle relazioni che gli abitanti hanno tra di loro e con il luogo in cui vivono: avere una buona relazione con gli altri e con il luogo motiva infatti le persone ad agire in favore del luogo e della comunità stessa, per esempio attraverso attività di volontariato o sforzi economici che possono contribuire, alla ricostruzione.
  2. Le norme di comportamento sociali: i comportamenti individuali in situazioni di rischio ambientale sono influenzati dai comportamenti messi in atto dalla maggior parte delle persone, ad esempio quelli dettati da direttive, istituzioni, etc.
  3. L’esperienza e la prassi collettiva: in caso di comunità con precedenti esperienze collettive di crisi sociali ed ambientali, possono esserci comunità in cui si sono consolidate delle prassi, e si tende ad agire in un determinato modo, a prescindere dalle direttive ufficiali.
  4. La restanza: l’attaccamento al luogo anche in condizioni difficili, per ragioni sociali-affettive-familiari, e per interessi economici-lavorativi.

Infine, Walker e Salt, (2006) hanno indicato alcune caratteristiche delle comunità dotate di resilienza sociale: Diversità, Ridondanza, Flessibilità, Persistenza, Adattabilità, Connettività, Resistenza. Tali caratteristiche vengono rafforzate proprio in occasioni di eventi catastrofici.

3. Individuazione, raccolta e classificazione in una “scheda di censimento” delle azioni di resilienza sociale e delle relative variabili da analizzare

In Tabella n. 2, si riportano (in colonna) alcune azioni di resilienza sociale ed i relativi indicatori di misura, suddivise in base alle caratteristiche di resilienza (in riga) individuate in letteratura, come descritto nel precedente paragrafo, e riadattate per i fini del progetto.

Tabella n. 2; Scheda di censimento: si riportano (in colonna) le azioni di resilienza sociale – ed i relativi indicatori di misura -, suddivise in base alle caratteristiche di resilienza (in riga).

Caratteristica di resilienza sociale Azioni di resilienza sociale Variabili
Diversità Organizzazioni locali di governance spontanea Numero e tipo di associazioni di volontariato sociale (e n. iscritti), pro loco, comitati di quartiere, pagine Facebook dedicate, etc. pre e post-evento
Coordinamento e networking Organizzazioni locali di governance spontanea, in rete tra loro   Numero e tipo di associazioni di volontariato sociale (e n. iscritti), pro loco, comitati di quartiere, pagine Facebook dedicate, etc. pre e post-evento, in rete tra loro
Ridondanza Numero organizzazioni locali di governance spontanea, non in rete tra loro Numero e tipo di associazioni di volontariato sociale (e n. iscritti), pro loco, comitati di quartiere, pagine Facebook dedicate, etc. pre e post-evento, non in rete tra loro
Unità della comunità Eventi collettivi benefici organizzati Cittadini iscritti a partiti politici  e in attività sportive (pre e post-evento) Numero di eventi collettivi benefici organizzati, iniziative nelle scuole, sagre, fiere etc.; Numero cittadini iscritti a partiti politici  e in attività sportive, pre e post-evento
Adattabilità Flessibilità degli individui Numero di persone che hanno cambiato lavoro, che hanno cambiato casa, scuola, etc., senza riportare particolari problemi
Sperimentazione Organizzazione di eventi culturali Partecipazione a progetti con richieste di finanziamento pubblico da parte di enti privati profit e no-profit Numero eventi culturali; Numero partecipazioni a progetti con richieste di finanziamento pubblico da parte di enti privati profit e no-profit
Connettività Percorsi di connessione reali e virtuali Numero linee autobus, strumenti di networking online, pagine Facebook pre e post-evento dedicate, etc.
Resistenza e Restanza Famiglie o uffici o negozi con particolari difficoltà, che hanno reagito restando sul posto ed utilizzando creatività e unendo le risorse disponibili Numero di famiglie o uffici o negozi con particolari difficoltà
Solidarietà Privati cittadini che mettono a disposizione beni o servizi privati per la collettività (navette, alberghi , seconde case, donazioni etc). Numero di privati cittadini che mettono a disposizione beni o servizi privati per la collettività (navette, alberghi, seconde case, donazioni etc).
Investimenti Iniziative imprenditoriali Numero imprese edili prima e dopo il sisma, numero cantieri, contratti. num. negozi, start-up e imprese iscritte alla camera di commercio, prima e dopo il sisma
Fragilità Fenomeni negativi nella comunità locale Numero casi di depressione o numero di ricoveri psichiatrici dopo il sisma, Numero attività professionali, negozi chiusi, numero dei casi di abbandono scolastico, e di abbandono del territorio, numero delle richieste di cambio di residenza dopo il sisma, etc.

Conclusioni

Attualmente il progetto è nella fase di raccolta dei dati in base alla scheda di censimento presentata nel paragrafo precedente. I dati sono ricavati da diverse fonti, specialmente online, ma anche “sul campo”, ed andranno successivamente omogeneizzati ed analizzati. Non sono ancora disponibili statistiche ed analisi conclusive sulle variabili di resilienza sociale individuate; tuttavia si coglie l’occasione della presentazione di questo progetto al pubblico, per invitare tutti i lettori interessati ed in particolare i cittadini dei quattro Comuni pilota (Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelsantangelo sul Nera, Tolentino), a contattare la rivista EyesReg e le autrici, per proporre integrazioni ai parametri di resilienza individuati, e/o fonti di dati attendibili. Seguirà un articolo con la presentazione dei risultati di questa prima fase del progetto.

Rosa Marina Donolo, CNR-IGAG, Istituto di Geologia Ambientale e Geo-ingegneria

Silvia Ariccio, Dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione, “Sapienza” Università di Roma

Bibliografia

Adger W.N. (2000),Social and Ecological Resilience: are they related?, Progress in Human Geography, Volume: 24, Issue: 3: 347-364.

Brown, D., Kulig, J. C. (1996). The concepts of resiliency: Theoretical lessons from community research. Health and Canadian Society, 4, 1: 29-52.

Cimellaro et al., (2010), Framework for defining and measuring resilience at the community scale: The PEOPLES resilience framework, Project Report number: GCR 10-930, Affiliation: U.S. Department of Commerce National Institute of Standards and Technology, Office of Applied Economics Engineering Laboratory NIST. Gaithersburg, MD.

Norris et al. (2008),Community resilience as a metaphor, theory, set of capacities, and strategy for disaster readiness. American Journal of Community Psychology, 41, 1-2: 127-50.

Sartori L., Musmeci M. (2015), Disastri naturali, resilienza e capitale sociale: il ruolo dei legami sociali nel post-sisma emiliano. Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Bologna e Università degli Studi di Milano-Bicocca. DEMB Working Paper Series.

Walker, Salt, (2006), Resilience Thinking, Island Press.

Sitografia

Strategia Nazionale Aree Interne, Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica, SNAI, (2019): http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2019/05/23/strategia-nazionale-delle-aree-interne/

Progetto “Made in Land”, capofila Regione Marche, partner Università di Camerino, (2019), finanziato dal Programma Interreg Italia – Croazia 2014/2020. https://www.altarimini.it/News129190-sviluppo-delle-aree-interni-fragili-una-conferenza-sul-tema-a-san-leo.php

Progetto “Energie Sisma Emilia”, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Russo, (2015): Progetto di ricerca sugli effetti economici sociali e sanitari del sisma in Emilia: analisi empirica e indicazioni di policy per sostenere la ricostruzione, la resilienza e le innovazioni del sistema economico e sociale. https://www.energie.unimore.it/energie-sisma-emilia-le-attivita-svolte-e-quelle-in-programma/

Progetto “ARCH”, Advancing Resilience of historic areas against climate-related and other hazards”, partner: Comune di Camerino e Università di Camerino, (2019). Finanziamento Unione Europea nell’ambito del programma Horizon2020, pilastro “Societal Challenges”. http://uss-sisma2016.beniculturali.it/attivita/salvaguardia/camerino-progetto-europeo-arch-per-resilienza-citta-darte-da-calamita/

Progetto “SISMICO”, Actionaid, (2016), https://actionaid.it/terremoto-in-centro-italia/sismico

Progetto “TerreinMoto Marche”, (2017), https://terreinmotomarche.blogspot.com/

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