Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Gli orti urbani a Milano: situazione attuale e prospettive di sviluppo

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di: Valentina Cattivelli

EyesReg, Vol.10, N.3, Maggio 2020

Introduzione

Gli orti urbani sono piccoli appezzamenti di terreno vacanti che i comuni assegnano gratuitamente o dietro la corresponsione di un basso affitto ad associazioni o a cittadini a rischio di esclusione sociale affinché li coltivino (Cattivelli, 2012).

La loro coltivazione ha importanti implicazioni (e.g. Scheromm, 2015; Calvet-Mir et al., 2016; Trendov, 2018). Queste includono la produzione di cibo e il rafforzamento del concetto di sovranità alimentare (Kremer, 2011), il miglioramento delle condizioni fisiche e psicologiche degli ortolani (Clayton, 2007). Riguardano poi la riqualificazione di terreni lasciati liberi da precedenti interventi di urbanizzazione e a rischio di degrado, nonché la riduzione della pressione antropica sulle risorse naturali (il suolo in primis) (Camps-Calveta et al., 2016). Infine, la coltivazione promuove la formazione e l´apprendimento, nonché il rafforzamento delle relazioni socio-culturali soprattutto tra persone a rischio di isolamento sociale (in particolare, anziani e rifugiati) (Prades & Vidal, 2013; Bishop, 2013).

Poiché svolgono queste funzioni, gli orti urbani sono diffusi prevalentemente nei comuni a forte urbanizzazione e nei comuni compresi nelle aree peri-urbane delle grandi metropoli (Cattivelli, 2014), dove l´urbanizzazione è incessante e le relazioni sociali sono più rarefatte.

New York, Parigi e Oslo, Barcellona sono solo alcuni esempi di metropoli che hanno realizzato di recente progetti di orticultura urbana.

Anche a Milano, gli orti urbani sono molto diffusi. Qui la pressione antropica è molto forte, e l´uso/abuso del suolo sono ormai insostenibili (Comune di Milano, 2013). Il senso civico e di appartenenza alla comunità, oltre che il senso di solidarietà, colla del capitale sociale, sono ancora molto sentiti (ibid.); tuttavia, le trasformazioni demografiche dovute all´invecchiamento della popolazione e alla sua internazionalizzazione espongono il suo capitale sociale a una evidente trasformazione, oltre che al rischio di rarefazione nei segmenti della popolazione più debole (bambini, anziani e stranieri).

Il presente articolo ha l´obiettivo di illustrare la distribuzione degli orti urbani nel comune di Milano e di discutere della loro diffusione nei prossimi anni sulla base delle previsioni demografiche future.

Milano: comune agricolo

Il comune di Milano ha una densità di popolazione superiore ai 2.000 abitanti/km2 (ISTAT, 2020). E´ infatti esploso nelle aree rurali limitrofe con le sue frange: il rapporto tra espansione urbana e suolo libero evidenzia, soprattutto per i comuni di primissima periferia, l´ampio utilizzo di terreni liberi per scopi residenziali ed insediativi (ISPRA, 2014). Il consumo di suolo è molto alto e molte aree agricole sono state convertite in aree residenziali e produttive.

Per riequilibrare le relazioni tra l’area metropolitana e la campagna circostante, tra territorio urbanizzato ed aree agricole, Milano ha deciso di attuare progetti ed iniziative, anche con la partecipazione attiva della popolazione locale, che aiutino a diffondere una cultura per il rispetto ambientale e paesaggistico più radicata e che ripristinino, almeno in parte, la naturalità distrutta.
In particolare, si tengono incontri sui temi della nutrizione, della cucina, della stagionalità delle produzioni, si realizzano mercati per la vendita di prodotti del territorio e feste a tema. Parimenti, si organizzano momenti di formazione sul campo ed a sostegno della cultura e della coltura agricola per tutti, dai bambini agli anziani.

In questo senso, si ascrivono i progetti “Riciclo e coltivo, l´orto verticale a scuola” promosso dal comune di Milano e “Orto in condotta” sostenuto da Slow Food e “Mi Coltivo – Orto a scuola” sostenuto nell´ambito delle iniziative di Expo. In aggiunta, si devono considerare i progetti Agricity o la Fattoria nel Castello.

Oltre a ragionare su possibili restrizioni alla conversione di terreni agricoli in aree urbanizzate anche tramite disposizioni di legge, oltre che regolamentari e pattizie, Milano promuove poi specifici accordi con i comuni limitrofi per una più efficiente e razionale gestione del suolo e delle risorse naturali, e si impegna per la riconversione di aree degradate in aree più confortevoli o attrezzate per le abitazioni e le attività produttive, ma anche dalla maggiore dotazione di verde.

In questo senso, merita menzione il progetto Milano Metropoli Rurale AQST (Accordo quadro di sviluppo territoriale) sottoscritto da alcune amministrazioni pubbliche (Regione Lombardia, Citta´ metropolitana di Milano, Comune di Milano, Consorzio Est Ticino Villoresi, Consorzio del Fiume Olona) e alcuni distretti locali (Distretto Rurale DAM, Distretto Rurale DAVO, Distretto Rurale DINAMO, Distretto Rurale Riso & Rane, Distretto Rurale DAMA). Questo accordo ha l´obiettivo di coordinare gli sforzi delle amministrazioni e dei distretti sottoscrittori nel tutelare le aree rurali che insistono nei loro territori. Nel dettaglio, prevede misure di contenimento dell´uso del suolo, la tutela e la promozione delle aziende agricole del territorio e della loro multifunzionalità, la diversificazione delle attività agricole, la salvaguardia del patrimonio rurale, oltre al riequilibrio urbano-rurale. Avviato nel 2010, il dibattito che ha portato alla firma della AQST è stato alimentato dalle risultanze del progetto europeo Interreg RURBANCE per il bilanciamento delle relazioni tra aree urbane e rurali, di cui regione Lombardia era partner.

Alcuni comuni limitrofi hanno da poco istituito l´Osservatorio Permanente contro il Consumo di suolo e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano, mentre la Provincia aggiorna periodicamente l´Atlante del consumo di suolo.

Milano: comune di anziani, bambini e new-comers

I dati relativi alla dinamica demografica del comune di Milano ne confermano l’attrattività e quindi la “liquidita´”, almeno nella composizione, del suo capitale sociale.

Tra il 2002 e il 2018, il saldo migratorio totale che tiene conto del totale delle persone iscritte e cancellate da altri comuni (italiani e stranieri) corrisponde in media a 14.757 persone. Fatta eccezione per il triennio 2003-2005, è sempre stato positivo, e ha raggiunto un picco positivo di oltre 63.000 persone nel 2013. Gli stranieri residenti a Milano al 1° gennaio 2019 sono 268.215 e rappresentano il 19,5% della popolazione residente. La popolazione in età scolare, dai 5 ai 14 è pari all´8,8% mentre quella di età superiore ai 65 anni è oltre il 22,7%.

Gli orti urbani a Milano

A Milano, gli orti urbani sono realizzati all’interno di spazi, spesso di proprietà comunale, lasciati liberi da precedenti interventi di urbanizzazione, grazie all’attività di associazioni di volontariato, o da singoli cittadini. L’assegnazione dei territori avviene su base volontaria: il comune mette a disposizione aree libere a cittadini che ne facciano richiesta, a seguito dell’emanazione di un apposito bando. I requisiti, sia di coloro che possono presentare domanda, sia degli interventi ammessi, variano molto. Prevalentemente, i beneficiari sono persone anziane o residenti nel comune da un periodo di tempo prefissato o associazioni di volontariato. Le colture ammesse sono molteplici: è solo richiesto che non siano prodotte per scopi di lucro. In capo all’amministrazione comunale rimane l’obbligo di attrezzare le aree delle dotazioni necessarie, comprese le alberature di confine o l’acqua per l’irrigazione, mentre ai cittadini è richiesto di curare l’orto e di assicurarne il decoro e l’ordine, grazie ad una gestione che risulti rispettosa dell’ambiente. I costi sono rappresentati dagli allacci all’acqua, dalla costruzione di una capanna per gli attrezzi piuttosto che la delimitazione degli orti, mentre spesso ai cittadini è richiesto il pagamento di una quota di gestione annua (di norma, mai superiore ai 100 euro).

Uno degli ultimi avvisi di assegnazione emanati, nell’ambito del progetto “ColtivaMi”, include, oltre alle finalità ambientali e culturali, anche quelle dell’integrazione sociale. Si legge infatti che la realizzazione di un orto non debba coinvolgere solo le persone anziane, ma anche i giovani e le famiglie, e che costituisca un momento di aggregazione anche per i cittadini provenienti da diversi paesi. La concessione dura fino a nove anni, a titolo gratuito, ed eventualmente rinnovabile per altri tre, dietro il pagamento di un canone annuo di 300,00 euro.

Esistono esperienze di orti nelle scuole e negli ospedali, ma questi saranno oggetto di future ulteriori indagini.

Una mappa degli orti urbani

Gli orti urbani sono diffusi in tutti i municipi, ad eccezione del Municipio 1 (Italia Nostra, 2018). La figura sottostante mostra la loro distribuzione in base a questa ripartizione amministrativa del Comune di Milano.

Fonte: nostra elaborazione su dati Italia Nostra, 2018.

Gli orti urbani si trovano per lo più nelle zone 4, 5 e 6, ossia nella fascia più meridionale del comune milanese, laddove maggiormente si estende il Parco Agricolo Sud Milano. La ragione è semplice: il Parco da anni è attivo nella promozione e nella valorizzazione dell’agricoltura di prossimità e nei suoi numerosi progetti coinvolge non solo le amministrazioni locali, ma soprattutto la popolazione locale. La maggiore richiesta e disponibilità di orti urbani si spiega quindi con la maggiore abitudine all’attività nonché nell’attività di coinvolgimento di promozione operata da un ente particolarmente attento a questo genere di iniziative. A nord, invece, dove dovrebbero notarsi gli effetti benevoli della vicinanza del Parco Nord, le aree adibite a orti sono concentrate solo nel municipio 9. Nel municipio 8 sono assenti. Nell’area 1, in centro città, non ci sono orti, seppur in molti rilevano come iniziative verdi per abbellire i palazzi situati siano in aumento negli ultimi anni.

Le prospettive per il futuro: orti e previsioni demografiche

Per il 2030, le previsioni confermano un aumento della cosiddetta “domanda potenziale”, ossia di quella parte di popolazione debole maggiormente interessata da progetti di orticultura urbana.

Tabella 1. Distribuzione orti urbani per municipi e proiezioni demografiche.

Municipion. ortiPopolazione 5-14 anni 2020Proiezione Popolazione 5-14 anni 2030Popolazione over 65 2020 Proiezioni over 65 2030Stranieri 2020Proiezione stranieri 2030
1 – Centro09.2698.35722.29725.00312.50513.296
2 Orti – Legambiente di via Padova60
2 – Orti di Cascina Gobba, Tang. Est30
2 – Totale9014.22214.26031.83436.45150.75061.418
3 – Orti di Cascina biblioteca, Parco Lambro30
3 – Orti comunali di via Canelli109
3 – Totale13911.55810.80033.53935.08222.94127.128
4 – Orti di via Feltrinelli10014.35814.02936.15838.57933.19237.795
5- Orti A2A di via Valla40
5 – Orti di via dei Missaglia52
5 – Totale9210.5879.64828.52930.10723.56426.844
6 – Orti comunali Barona di via Danusso9412.92212.13737.31337.98225.85029.500
7 – Orti di Piazza d´Armi – via Cenni80
7 – Orti Maiera sud – Bosco in citta´26
7 – Totale10616.11515.51541.81544.69434.89139.937
8016.79515.18844.42247.62338.10942.971
9 – Orti Faiti – Parco Nord48
9 – Orti il Giardino degli Aromi (ex Paolo Pini) di via Litta Modigliani100100
9 – Totale14816.90816.15439.47043.64048.05855.187

Fonte: Italia Nostra, 2018; Comune di Milano, 2020.

Guardando gli ultimi dati disponibili (2020, riferiti al 31.12.2019) e le relative proiezioni per il 2030, si può ragionare circa l’eventuale entità del bacino di alunni e ragazzi (dai 5 ai 14 anni) potenzialmente interessati a questo tipo di esperienza didattica. Nelle aree a maggiore densità di orti, vi è un vasto bacino utile di bambini potenzialmente interessati alle attività didattiche ed educative connesse all’agricoltura di prossimità, tuttavia il loro numero è stabile o lievemente in declino. Quelle più povere di orti registrano la perdita più significativa del numero di alunni che potrebbero partecipare a progetti di educazione alimentare che prevedano prove pratiche di coltivazione.

Guardando i dati relativi alla popolazione più anziana, over 65, si nota invece ovunque un aumento generalizzato a tutti i municipi. Ciò amplia la platea dei potenziali cittadini interessati a questo tipo di coltivazione. Lo stesso discorso può essere fatto per gli stranieri. Anche il loro numero è in aumento e potenzialmente la realizzazione di progetti di orticultura urbana potrebbe facilitarne l´integrazione nel tessuto sociale cittadino.

Per il futuro, il Comune di Milano dovrebbe guardare questi numeri e sollecitare i municipi ad investire nella realizzazione di orti e di eventi di innovazione sociale nelle loro prossimità affinché questi luoghi possano essere fruibili da più persone, più sicure e a meno rischio di degrado. Oltre agli anziani e ai bambini, vi è infatti una domanda latente di aspiranti ortolano che il regolamento comunale non tiene in considerazione Studenti, giovani e famiglie desidererebbero coltivare un orto per sperimentare concretamente quanto imparato sui libri, coltivare prodotti più sani e in linea con le loro scelte alimentari, ridurre la spesa per l´acquisto di beni alimentari. Il Comune dovrebbe poi verificare l´esistenza di eventuali orti abusivi, ossia appezzamenti di terreno abbandonati coltivati senza alcun permesso. Questo fenomeno è in crescita in alcuni comuni peri-urbani di alcune grandi realtà urbane.

Valentina Cattivelli, EURAC Research

Bibliografia

Bishop, R. &. P. E., 2013. The value of an allotment group for refugees. British Journal of Occupational Therapy, 76(6), pp. 264-269.

Calvet-Mir, L. et al., 2016. 12 Motivations behind urban gardening.. s.l.:Urban allotment gardens in Europe, 320..

Camps-Calveta, M., Langemeyer, J., Calvet-Mirac, L. & Gómez-Baggethunde, E., 2016. Ecosystem services provided by urban gardens in Barcelona, Spain: Insights for policy and planning. Environmental Science & Policy, pp. Volume 62, August 2016, Pages 14-23.

Cattivelli, V., 2012. Né città né campagna, Per una lettura del territorio periurbano. Parma: MUP.

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ISTAT, 2020. Dati demografici, Roma: ISTAT.

Italia Nostra, 2018. La citta´ degli orti, Milano: Italia Nostra.

Kremer, P. &. D. T., 2011. Local food practices and growing potential: Mapping the case of Philadelphia. Applied Geography, 31(4), pp. 1252-1261.

Prades, V. & Vidal, A., 2013. In Praise of the Urban Gardens. Vilafranca: Editions and Cultural Platform.

Scheromm, P., 2015. Motivations and practices of gardeners in urban collective gardens: the case of Montpellier. Urban Forestry & Urban Greening, Volume 14, pp. 735-742.

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