di: Elisabetta Cimnaghi
EyesReg, Vol.2, N.4 – Luglio 2012.
Dall’inizio degli anni Settanta, la domanda turistica ha registrato a livello mondiale una crescita molto marcata, in termini di numero di spostamenti e di diffusione territoriale.
Ad oggi, affrontare il tema dello sviluppo turistico solamente da un punto di vista economico appare ormai obsoleto, in quanto le risorse naturali e culturali che ne permettono la crescita non sono più interpretate come infinite, ma al contrario richiedono politiche di tutela e valorizzazione. In particolare, tale necessità è tanto più pressante se si considera la specificità dell’attività turistica, per la quale la bellezza e l’integrità del territorio sono elementi indispensabili per garantire un alto e duraturo livello di attrattività.
È dunque necessario trovare una soluzione al dilemma con il quale si confrontano quelle comunità locali per le quali la principale risorsa economica è il turismo, ma nei cui territori sussistono specificità ecologiche e culturali che rendono gli ecosistemi fragili e i beni vulnerabili. In questi casi, solo un esercizio controllato del turismo può scongiurare il verificarsi di pressioni che danneggiano la qualità dell’offerta turistica. Entra così in gioco il concetto di “turismo sostenibile”, secondo il quale le attività turistiche possono considerarsi compatibili solo quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali per un tempo illimitato, senza alterare l’ambiente e non ostacolando lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche presenti nel luogo (World Commission on the Environment and Development, 1987).
Fatta questa premessa, risulta chiaro come la necessità di implementare politiche di turismo sostenibile sia tanto più urgente per i parchi e le aree protette. A queste istituzioni, infatti, è richiesto, da un lato, di garantire la conservazione del patrimonio naturale e culturale che le caratterizza, ma dall’altro esse rivestono sempre più un ruolo fondamentale nello sviluppo socio-economico dei territori e delle popolazioni in essi insediate.
Proprio per rispondere all’esigenza di definire un punto di equilibrio tra flussi turistici e conservazione e tutela delle risorse ambientali e culturali, in questa sede si intende proporre una metodologia di valutazione delle ricadute sul territorio delle diverse attività che possono avere luogo all’interno di un’area protetta (pratica di sport estivi ed invernali, partecipazione ad eventi culturali, trekking, pernottamento ecc.).
Il metodo qui proposto fa riferimento alla definizione di un Indice di Performance Turistica (IPT) quale adattamento dell’Indice di Performance Politica (IPP) proposto da Jochen Jesinghaus (1999) del Centro di Ricerche di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). L’IPP è uno strumento di valutazione della sostenibilità di sistemi complessi ormai consolidato in letteratura. L’IPP è rappresentato mediante l’utilizzo di un “cruscotto della sostenibilità” organizzato secondo tre cerchi concentrici al centro dei quali viene collocato il risultato finale della valutazione. La dimensione di ogni tratto della corona circolare più esterna riflette il peso dell’indicatore specifico, mentre le performance relative sono espresse attraverso una codifica cromatica che va dal verde (scelto per indicare una situazione molto positiva) al rosso (situazione molto critica) passando per il giallo (realtà mediamente soddisfacente).
In questo lavoro, si ipotizza di ripensare il modello alla base dell’IPP mantenendone inalterati i principi di base, ma facendo riferimento alla Carta del turismo sostenibile per le aree protette sviluppata da un gruppo di lavoro europeo facente capo alla Federazione Europarc. Il fine di questa operazione è fornire agli Enti di Gestione delle aree protette uno strumento in grado non solo di esprimere un giudizio relativo alla sostenibilità dei flussi turistici, ma anche di valutare l’efficacia delle politiche di tutela e valorizzazione intraprese.
La Carta del turismo sostenibile per le aree protette impegna i firmatari ad attuare una strategia a livello locale in favore di un “turismo durevole”, in grado cioè di rispettare i bisogni dell’ambiente, dei residenti, delle imprese locali e dei visitatori. L’adesione al documento deve inoltre accompagnarsi alla definizione di una strategia pluriennale di sviluppo turistico e di un programma di attività contrattuali che coinvolga imprese e altri enti del territorio (Europarc, 1994).
La Carta è suddivisa in tre sezioni, che costituiscono altrettanti livelli di approfondimento. Nella tabella che segue sono riportate le finalità di ciascun livello di analisi.
Tabella 1- Livelli di approfondimento previsti dalla Carta del Turismo Sostenibile per le aree protette (Fonte: propria elaborazione)
Concretamente, costruire un Indice di Performance Turistica significa implementare un set di indicatori in grado di valutare le performance delle politiche di gestione messe in atto nelle diverse aree protette, con l’obiettivo di valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi esplicitati nella Carta del Turismo Sostenibile.
A tal scopo, si suggerisce di fare riferimento agli indicatori che il World Tourism Organisation propone nel volume Indicators of Sustainable Development for Tourism Destinations, a Guidebook (2004), con una particolare attenzione ai temi che riguardano la gestione di siti naturali ed aree protette, la partecipazione delle comunità locali al fenomeno turistico, l’implementazione di politiche di sviluppo sostenibile e l’ecoturismo.
Inoltre, poiché l’analisi comparativa degli obiettivi individuati dai tre livelli di approfondimento della Carta (per l’area protetta, per le imprese turistiche locali e per i tour operator) restituisce un quadro caratterizzato da un elevato grado di integrazione, si ritiene corretto riferirsi ad un unico set di strategie capaci di recepire globalmente le indicazioni fornite dal documento. A sua volta, ciascuna strategia viene disaggregata in una serie di azioni concrete, il cui grado di raggiungimento viene definito per mezzo del set di indicatori. Ne deriva un framework di valutazione caratterizzato dall’impostazione riportata in Tab. 2.
Tabella 2 – Struttura del database di indicatori previsto per l’analisi delle diverse strategie della Carta (Fonte: propria elaborazione)
Di volta in volta, la scelta degli indicatori sarà effettuata in base alla disponibilità dei dati per il territorio oggetto dell’analisi, da definirsi attraverso indagini on desk e campagne di raccolta dati on field. Ogni indicatore inserito nel database sarà quindi analizzato secondo i seguenti aspetti:
– disponibilità territoriale dei dati;
– rappresentatività del fenomeno;
– tipologia di dato (qualitativo/quantitativo/misto);
– fonte;
– eventuali note.
Secondo questa impostazione, l’IPT è in grado di fornire risposte secondo due livelli di analisi: una prima ricostruzione di un quadro conoscitivo dei fenomeni presenti nell’area protetta oggetto dell’indagine e, di questi, quali sono effettivamente monitorati dall’Ente di Gestione (valutazione qualitativa) ed una seconda valutazione di natura quantitativa relativamente alla “sostenibilità” dei fenomeni in corso, da ottenere attraverso il confronto con indicazioni bibliografiche e best practices.
Per come è stato concepito, l’Indice di Performance Turistica genererà quindi un primo output di natura descrittiva, al quale seguirà un giudizio quantitativo. Il risultato che ci si attende dall’applicazione della metodologia esposta in questo lavoro è la valutazione dei punti di forza e di debolezza del sistema “area protetta” di volta in volta analizzato e la stesura di linee guida per la risoluzione delle problematiche emerse. Inoltre, dalle indicazioni ottenute durante la fase di raccolta dati, si ritiene possibile derivare un piano di monitoraggio in grado di rendere conto nel tempo delle dinamiche evolutive dei diversi fenomeni.
E’ attualmente in fase di costruzione un Indice di Performance Turistica per il Parco Naturale delle Alpi Marittime e il Parco Nazionale del Mercantour.
Elisabetta Cimnaghi, SiTI, Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione, Torino.
Bibliografia
Federazione Europarc (1994), La Carta Europea del Turismo sostenibile nelle Aree Protette.
Jesinghaus J. (1999), Functions of Indicators and Indices, consultabile online all’indirizzo internet [http://esl.jrc.it], ultimo accesso 10 marzo 2012.
World Commission on the Environment and Development (WCED) (1987), Rapporto Brundtland.
World Tourism Organization – WTO (2004), Indicators of Sustainable Development for Tourism Destinations, a Guidebook, WTO, Madrid.
Livello di approfondimento previsto dalla Carta |
Finalità dell’analisi |
Livello I) Turismo sostenibile per l’area protetta. |
L’implementazione della Carta da parte dell’Ente gestore richiede un’analisi dei bisogni dell’area (problemi e opportunità) riconosciuti ed accettati dai partner locali. Lo scopo di questo livello di approfondimento è individuare linee strategiche per una gestione futura del turismo condivisa e sostenibile. |
Livello II) Turismo sostenibile per le imprese turistiche locali. |
Questa fase è finalizzata ad assicurare il coinvolgimento delle imprese turistiche locali nello sviluppo della strategia turistica per l’area protetta. |
Livello III) Turismo sostenibile per i tour operator. |
Questa sezione rappresenta lo strumento per assicurare il coinvolgimento dei tour operator nella promozione di prodotti turistici improntati alla sostenibilità. In particolare, i tour operator coinvolti si impegnano a collaborare con l’Ente gestore e con i fornitori di servizi turistici locali, analizzando la compatibilità dei prodotti con gli obiettivi dell’area. |