Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

Quando gli ultimi saranno i primi: storia di un sistema territoriale virtuoso nella gestione dei rifiuti

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di: Dario Schirone e Germano Torkan

EyesReg, Vol.2, N.3 – Maggio 2012.

Lo smaltimento dei rifiuti come strumento di valutazione del territorio

Le riduzione dei rifiuti e l’implementazione di sistemi di gestione ambientale funzionali al raggiungimento di eccellenze in materia sono due aspetti che contribuiscono in maniera paritaria a decretare il successo di un territorio nell’applicazione di metodologie adeguate alla soluzione di problemi specifici.In tal senso non è casuale che il VI Programma d’Azione Ambientale dell’Unione Europea (decisione n. 1600/2002/CE, 22 luglio 2002) sottolinei la priorità che ha la gestione dei rifiuti in tema di politica ambientale, nella misura in cui la crescita del tasso di produzione degli stessi sia rappresentativa di un’inefficienza radicata sia nelle sfere della produzione che negli ambienti legati al consumo. A dimostrazione di ciò si evidenzia la strategicità del rifiuto come elemento “complesso e simmetrico” rispetto alle merci, nonché la qualità di componente essenziale del ciclo di vita dei beni materiali (Viale, 2000).

La centralità di determinate questioni ambientali, oltre a fotografare  il livello di sensibilità di un territorio, risulta fortemente legata alla capacità di una comunità di sfruttare a proprio vantaggio una situazione di profondo disagio per avviare un cambiamento radicale e coinvolgente ad ogni livello. La scarsa attenzione dimostrata, soprattutto nel Sud Italia, riguardo il tema della gestione dei rifiuti rappresenta una sfida formidabile per chi in uno scenario deficitario riesce a intravedere delle potenzialità di sviluppo inedite e per certi versi insperate. E’ condivisibile, dunque, l’idea secondo cui “nel momento in cui sono stabilite regole e limiti per lo smaltimento dei rifiuti, essi diventano un bene, una merce e come tali hanno un valore” (Nespor, 2009), che sia rappresentativo della possibilità di reintrodurre tali rifiuti nei cicli produttivi o restituirli all’ambiente al termine di un processo di smaltimento (Massarutto, 2009): a riprova di ciò,  i dati forniti dall’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente stimano un giro d’affari straordinario per le organizzazioni malavitose in quelle Regioni tradizionalmente poco inclini ad una gestione istituzionale efficiente del ciclo dei rifiuti: nel 2008, Campania (14.7%), Puglia (9.1%) e Calabria (7.5%) “hanno ospitato” da sole circa un terzo del totale nazionale dei reati accertati in materia.

“Porta a porta” e comunicazione ambientale: l’escalation dell’ATO Brindisi 2

Analizzando le statistiche mensili inviate dai singoli comuni alla Regione Puglia riguardo la gestione dei rifiuti emergono una serie di aspetti interessanti che riassumono non solo gli enormi margini di miglioramento cui si faceva riferimento precedentemente, ma anche le disfunzioni che a livello territoriale marcano un gap evidente tra le realtà più performanti in materia di gestione dei rifiuti e quelle decisamente più arretrate.

Il dato che meglio di tutti, anche se in maniera forse semplicistica, può fotografare il livello delle performances in materia è senza dubbio la percentuale di raccolta differenziata, che per praticità viene calcolato per ogni singola ATO in cui la Regione Puglia è suddivisa.

Al 31/12/2010 la percentuale di raccolta differenziata effettuata in Puglia supera di poco i 15 punti percentuali, un dato rappresentativo della media tra i singoli contributi delle ATO: ben al di sotto della media nazionale (31.7%) e di quella del Mezzogiorno (21.3%) segnalata nello stesso anno. Su questo dato influiscono negativamente i risultati ottenuti dalle ATO Bari 4, Foggia 4 e Taranto 1, con una percentuale che in nessuno dei tre casi supera il 10%, mentre “eccellenza” regionale è la Brindisi 2 con una raccolta differenziata che si attesta su valori (27%) non lontani dalla media nazionale.

L’impegno della Regione attribuibile ad una razionalizzazione nell’utilizzo degli impianti e all’implementazione di strategie gestionali ad hoc in materia di raccolta differenziata è riscontrabile a livello dei singoli Comuni, e mostra un incremento interessante delle percentuale di differenziata calcolata sino a novembre 2011 (+3%), legittimato da un generalizzato miglioramento delle pratiche di raccolta in tutto il territorio pugliese.

E’ davvero sorprendente, ancora una volta, il dato della Brindisi 2 con una percentuale da “Nord-Est” in fatto di raccolta differenziata: si tratta di una media del 43%, che testimonia un +16% rispetto all’anno precedente.

Analizzando nello specifico l’esperienza maturata dalla ATO Brindisi2 si evince un trend positivo nel biennio 2009-2011, capace di sovvertire in maniera macroscopica l’andamento lento che aveva caratterizzato lo stesso territorio negli anni precedenti. L’incremento nelle percentuali di raccolta differenziata è un dato che si commenta da solo: si è passati da una percentuale del 5.6% del dicembre 2008 al 23% nello stesso mese dell’anno seguente. Tale percorso virtuoso è continuato in maniera costante tanto che al termine del 2010 la percentuale è salita superando i 40 punti percentuali, e ad ottobre 2011 si segnala un ulteriore aumento sino al 49%, lasciando supporre che per la fine dell’anno in corso sia possibile raggiungere quota 55%, stando al trend positivo che tradizionalmente si registra nell’ultimo trimestre dell’anno.

Il passaggio della Brindisi 2 dall’ultimo posto al primo della graduatoria pugliese in fatto di raccolta differenziata è il risultato dell’avvio nel 2009 di una politica di raccolta dei rifiuti basato sul metodo “porta a porta” supportato da una campagna di sensibilizzazione ad hoc, a dimostrazione dell’imprescindibile integrazione tra best practices e comunicazione ambientale. La raccolta differenziata è sicuramente un’attività che costa al singolo individuo tempo e impegno; evidenziando la rilevanza dei vantaggi economici ed ecologici per la collettività, la sensibilizzazione all’argomento può incrementare il grado di responsabilizzazione del singolo, evitando logiche “parassitarie” che minano l’equa ripartizione delle responsabilità tra i soggetti coinvolti.

L’esperienza brindisina evidenzia come l’efficacia della raccolta differenziata sia connessa alle modalità di realizzazione; il porta a porta ha, dunque, una duplice utilità: responsabilizzare gli individui e garantire un servizio di raccolta di qualità superiore, se confrontata con la pratica tradizionale basata sul conferimento dei rifiuti nei contenitori a livello stradale.

A parere di chi scrive, il risultato d’eccellenza raggiunto dall’ATO Brindisi 2 può essere facilmente esportato sul resto del territorio pugliese. Infatti sia la semplicità dell’intervento implementato, che le identiche caratteristiche socio/culturali della regione nulla ostano a che l’esempio brindisino possa operare da vero e proprio benchmark “a km zero”.

Va sottolineato, però, che partire da livelli molto bassi di performances facilita il raggiungimento di risultati qualitativamente ottimali; paradossalmente il vantaggio di godere di una posizione di partenza particolarmente inefficiente ha consentito all’area presa in esame, nel processo di  miglioramento degli obiettivi, di poter saltare fasi intermedie di sperimentazione e conoscenza delle best practices, che altre realtà territoriali hanno vissuto.

E’ evidente che possa risultare più semplice il passaggio dal “pavimento al tetto”, più difficile, invece, è conservare prima e superare dopo risultati così importanti.

La sfida potrebbe essere vinta puntando sull’effetto imitativo; il soggetto performante sarà l’ambasciatore di un messaggio eco-sostenibile, che duri nel tempo, e si proporrà come punto di riferimento per le corrette modalità di differenziazione.

Dario Schirone e Germano Torkan – Università degli Studi di Bari

Bibliografia

CE (2002), Decisione del Consiglio Europeo n. 1600, 22 luglio 2002. Bruxelles: Comunità Europea

Massarutto A. (2009),  I rifiuti. Bologna: il Mulino.

Nespor S. (2009), Il governo dell’ambiente. La politica e il diritto per il progresso sostenibile. Milano: Garzanti.

Osservatorio Ambiente e Legalità (2009), Ecomafia 2009: Le storie e i numeri della criminalità ambientale. Milano: Edizioni Ambiente.

Viale G. (2000), Azzerare i rifiuti. Torino: Bollati Boringhieri.

www.rifiutiebonifica.puglia.it

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