Giornale on-line dell'AISRe (Associazione Italiana Scienze Regionali) - ISSN:2239-3110
 

La progettazione integrata e la valorizzazione del patrimonio etno-antropologico delle minoranze linguistiche in Calabria

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di: Natalina Carrà

EyesReg, Vol.2, N.5 – Settembre 2012.

Le politiche di sviluppo locale indirizzate ai contesti territoriali meridionali, storicamente sono state caratterizzate da una logica top down; il progresso sociale ed economico oltre che strutturale si reputava che potesse essere indotto esclusivamente da sollecitazioni esogene, tralasciando il ruolo e la funzione che le variabili socio-culturali ed istituzionali potevano avere su di esso (Barca, 2006).

I risultati di tale prassi sono ormai noti ai più: una modernizzazione dai tratti irregolari e controversi; una sorta di crescita, se mai vi sia stata, senza sviluppo, che non ha valorizzato le risorse presenti sul territorio e soprattutto ha tentato di proporre iniziative e progetti che non si sono consolidati, ne radicate sul territorio perché estranee alle potenzialità locali (Cersosimo e Wolleb, 2008).

Le recenti sperimentazioni suggeriscono un approccio radicalmente diverso alle problematiche dello sviluppo locale, potenziando il ruolo degli attori presenti sul territorio e nella società civile, per avviare una crescita endogena ed auto propulsiva, non dipendente da fattori esogeni.

In quest’ottica gli ultimi documenti programmatici della Regione Calabria considerano il territorio con le sue risorse, centrale per le politiche di sviluppo, e, individuano nella concentrazione e nell’integrazione degli interventi le regole da seguire per sostenere la coesione interna e la competitività dei sistemi locali. Per mettere in atto questa strategia, la Regione punta sul rilancio e la valorizzazione della progettazione integrata. Questa nuova stagione di progettazione integrata offerta dai finanziamenti del POR FESR 2007-2013, rappresenta un tappa importante della sperimentazione regionale nell’innovazione degli strumenti di sviluppo locale. I Progetti integrati di sviluppo locale (PISL) sono gli strumenti finanziari del POR FESR 2007-2013 e prevedono un insieme di progetti reciprocamente inter-dipendenti per uno sviluppo del sistema produttivo ed economico.

Le risorse finanziarie disponibili sono circa quattrocento milioni di euro, ripartiti per provincia e per tipologia di progetti: mobilità intercomunale (31 milioni); miglioramento della qualità della vita (31 milioni); valorizzazione dei centri storici e dei borghi di eccellenza (21 milioni); sviluppo del sistema turistico locale (171 milioni); supporto ai sistemi produttivi locali, ai distretti agroalimentari ed ai distretti rurali (115 milioni); contrasto allo spopolamento delle aree marginali (63 milioni); tutela del patrimonio delle minoranze linguistiche (15 milioni).

Il risultato fin ora ottenuto è positivo sono più di un centinaio i progetti (in questo momento si è nella fase di valutazione) per cui si richiede un finanziamento e riguardano tutte le tipologie di PISL.

L’idea forza obiettivo dei progetti integrati

Gli interventi finanziati attraverso i PISL affrontano in maniera incisiva alcune priorità/urgenze manifestate dal sistema economico nel territorio regionale e rappresentano il risultato di un confronto partenariale che non è sempre stato facile, proprio per i limiti che il procedimento pone indirizzando in qualche modo la progettualità. L’obiettivo di ogni progetto è quello di supportare strutturalmente, fisicamente e strumentalmente un’idea forza considerata come priorità, appunto, per lo sviluppo del territorio, un traguardo ambizioso e audace allo stesso tempo. Questi strumenti progettuali dovrebbero consentire di dare alcune risposte importanti ai problemi dello sviluppo economico locale, in quanto essi contribuiscono in maniera significativa –e questo si ritiene sia uno dei risultati in termini di apprendimento istituzionale- al consolidamento della metodologia dell’integrazione (integrazione tra progetti e risorse disponibili) che è uno dei criteri prioritari alla base delle politiche di sviluppo promosse dalla Regione.

Il PISL minoranze linguistiche: l’identità come risorsa

La promozione del territorio, oggi, è diventata un argomento centrale, la globalizzazione e la conseguente compressione spazio-temporale, hanno cambiato le regole alla base della competizione economica e hanno contribuito alla creazione di una nuova gerarchia sociale dei luoghi. L’interesse crescente mostrato nei confronti dei processi di costruzione dell’immagine, sia quando si parla di città che quando si parla di territori, deriva dal bisogno di attrarre flussi, di persone e risorse, utili alla promozione dello sviluppo locale (Dematteis e Governa, 2005).

Con sempre maggior frequenza, l’elemento chiave alla base della costruzione di un’immagine di successo, pare essere la presenza di stimoli culturali. L’enfasi sulla dimensione culturale, della rigenerazione del territorio è in larga misura esternata dai correnti dibattiti/ricerche sulla relazione tra cultura e creatività: il successo dei processi di rigenerazione/valorizzazione è intrinsecamente legato alla capacità di promuovere la creatività delle persone e dei luoghi (Carta,1999).

Il Progetto Integrato di Sviluppo Regionale Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio etnoantropologico delle Minoranze Linguistiche della Calabria si inserisce nella strategia -imperniata sulla L.R. n. 15 del 2003, integrata e modificata dalla L.R n.7 del 2006 e dalla L.R. n. 15 del 2008- di protezione e valorizzazione delle lingue minoritarie, attraverso la tutela delle lingue parlate della popolazione albanese, grecanica e occitanica di Calabria, nonché di promozione, valorizzazione e divulgazione del loro patrimonio linguistico, culturale e materiale. La Regione, così, riconosce le minoranze linguistiche storiche e pone nelle sue finalità quelle di recuperare, qualificare e valorizzare le particolarità etno-antropologiche, linguistiche, culturali e storiche, come condizione per il recupero dell’identità e lo sviluppo sostenibile del territorio.

Paesaggio culturale e progetto di identità: il Parco della cultura grecanica

Il Parco della cultura Grecanica è una esperienza di progettazione che, nella logica dello strumento PISL, si pone lo scopo di realizzare un sistema territoriale per la tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio etnoantropologico dell’area grecanica (geograficamente corrispondente alla parte della provincia reggina compresa tra il basso ionio e le pendici dell’Aspromonte).

I processi di costruzione e promozione dell’immagine del territorio, utili ad accrescere l’attrattività dell’area grecanica, si concentrano quindi sulla capacità di un progetto come quello del Parco di essere strumento strategico per la costruzione e la promozione della sua identità, facendo perno sulle relazioni che legano le risorse culturali (dimensione in questo senso chiave), le iniziative pratiche come eventi, concerti, mostre, etc. e la crescita socio-economica.

L’area grecanica è un vero paesaggio culturale, poiché, essa è il risultato dell’opera combinata della natura e dell’uomo. In tale contesto l’azione della cultura/etnia è stata capace di modellare i tratti visibili del paesaggio/territorio. In questa prospettiva, il paesaggio dell’area grecanica non è solo ambiente geografico e naturale, ma anche e soprattutto ambiente storico e umano: un territorio composito e stratificato nel tempo, che è insieme universo linguistico, identità di luoghi e patrimonio d’immagini artistico-culturali che questo ambiente ha elaborato e trasmesso.

Lo stato attuale dell’area, mette in luce alcuni squilibri tra aree già attrezzate ed organizzate in termini di accessibilità, promozione ed altro, e, di notevole interesse storico e paesaggistico, ed altre aree che presentano una carente, quando non totalmente assente, valorizzazione.

L’obiettivo principale che si vuole raggiungere nel progetto del Parco, ovvero la sua idea forza, è la costruzione di una Rete/Sistema territoriale costituito dal patrimonio etnoantropologico grecanico, funzionale al rafforzamento dell’offerta culturale complessiva del territorio. Fare quindi Sistema per connettere, valorizzare, comunicare, memorie e conoscenze; creare in altre parole una rete per comunicare la memoria, i monumenti, i luoghi e i paesaggi ai cittadini, alle persone che, interessate, vogliono conoscere l’identità di una minoranza linguistica, la storia e i luoghi, riconoscendo un posto e un valore preciso nella vita di tutti i giorni. Una rete per rendere accessibile a tutti, in ogni momento, il patrimonio etno-antropologico e storico culturale e naturale dei luoghi.

La Rete/Sistema progettata per il territorio dell’area grecanica opera su diversi livelli d’intervento: coordinamento e finanziamento, promozione e valorizzazione, schedatura e catalogazione, conservazione, attività editoriale, didattica e aggiornamento. Gli obiettivi specifici della rete sono in particolare:
• sostenere la valorizzazione integrata, in termini infrasettoriali e intersettoriali, della risorsa “cultura/natura” identitaria della minoranza linguistica, complessivamente intesa come parte integrante e sostanziale di programmi di sviluppo locale;
• potenziare la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale/naturale identitario, facendo sistema e perseguendo il mantenimento del punto di equilibrio tra tutela e fruizione;
• collegare le politiche per il patrimonio culturale identitario al settore turistico qualificato, per dare impulso immediato allo sviluppo dell’investimento nel settore culturale;
• incrementare la qualità dell’offerta culturale dell’area e la visibilità e la conoscenza dell’identità dei luoghi rappresentativi di tale identità, meno noti al pubblico attraverso la produzione di una serie di strumenti e servizi qualificati d’informazione, comunicazione ed alta divulgazione;
• realizzare comuni strategie e strumenti d’informazione, promozione e divulgazione del complessivo patrimonio culturale e naturale identitario attraverso la creazione e il riconoscimento di un logo comune e dell’immagine coordinata facente capo alla rete (brand identity).

Perseguire questi obiettivi significa affrontare il problema della frammentazione del patrimonio culturale identitario. Questo comporta un cambiamento di ottica nelle politiche territoriali, le quali sono quindi chiamate a integrarsi. Ovvero, costruire una Rete/Sistema di questo genere significa incidere sulle scelte progettuali relative ad ambiti differenti, dalle infrastrutture di trasporto, all’urbanistica, dalla programmazione delle attività di promozione e valorizzazione turistica.
Gli elementi nodali del sistema (il patrimonio etno-antropologico), distribuiti omogeneamente sul territorio, sono uniti tra loro da reti tematiche, rappresentando così i poli attrattori-funzionali del tematismo di riferimento. Il progetto Parco asseconda dunque la logica perseguita nei principali orientamenti di sviluppo territoriale adottati dalla Regione Calabria nei propri documenti programmatici, caratterizzati dalla forte attenzione posta all’integrazione delle risorse locali, al miglioramento della coesione sociale e al potenziamento del tessuto produttivo attraverso la costruzione di reti verticali (all’interno della medesima filiera) e orizzontali (interconnessione tra filiere differenti).

Coniugare l’eredità del passato, la valorizzazione della memoria, dell’identità e della cultura materiale e immateriale con la creatività, l’innovazione e l’incubazione di nuove prospettive di sviluppo culturale, economico e turistico, “imparando” a fare rete, è la sfida più importante che il Parco della cultura grecanica pone al territorio e alle aree più periferiche e marginali della Calabria e del Mezzogiorno.

Natalina Carrà, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

Ideogramma del “Sistema delle reti tematiche”

Tavola di progetto del Parco

Riferimenti bibliografici

AA.VV. (2003), La lezione dei Patti territoriali per la progettazione integrata territoriale nel Mezzogiorno, ricerca commissionata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione d’intesa con il Ministero delle Attività Produttive, Roma.

AA.VV. (2006), Lo sviluppo ai margini, due anni sul campo a sostegno di progetti integrati in aree periferiche del Mezzogiorno, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione, Roma

Barca F. (2006), Italia frenata. Paradossi e lezioni della politica per lo sviluppo, Donzelli, Roma.

Bianchi T., Casavola P. (2008), “I progetti Integrati Territoriali del QCS Obiettivo 1 2000-2006. Teorie, fatti e riflessioni sulla policy per lo sviluppo locale”, Materiali Uval, n. 17, Roma.

Carta M. (1999), L’Armatura culturale del territorio: il patrimonio culturale come matrice di identità e strumento di sviluppo, Franco Angeli, Milano.

Cersosimo D. (a cura di) (2003), Il partenariato socioeconomico nei Progetti Integrati Territoriali, Formez – Azioni di Sistema per la Pubblica Amministrazione, n. 13, Roma.

Cersosimo D., Wolleb G. (2008), “Le politiche di sviluppo locale tra sperimentalismo e istituzionalizzazione”, in Sociologia del lavoro, n.109.

Cersosimo D.,Wolleb G, (2001), Politiche pubbliche e contesti istituzionali. Una ricerca sui Patti territoriali, in Stato e Mercato, n. 63.

Cersosimo S., Wolleb G. (2000), Economie dal Basso. Un itinerario nell’Italia locale, Donzelli, Roma.

Dematteis G., Governa F. (a cura di) (2005), Territorialità, sviluppo locale, sostenibilità: il modello SLoT, Franco Angeli, Milano.

Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica (2000), I progetti integrati: dal QCS all’iniziativa regionale, Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, Roma.

Mirabelli M. (2004), Politica, sviluppo e regolazione sociale. L’esperienza della progettazione integrata in Calabria, Rubbettino, Soveria Mannelli.

Palermo P.C. (2002), “Le possibilità di sviluppo e di successo di un processo ad alta complessità”, in Quaderni Formez, Donzelli, Roma.

Soda G. (2004), “Territori di progetto, progetti di territori: luci e ombre della progettazione integrata territoriale in Calabria”, Meridiana, n. 50-51.

Elaborazione immagini a cura di Chiara Corazziere

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