di: Edoardo Marcucci, Amanda Stathopoulos
EyesReg Vol.1, N. 1 – Maggio 2011.
Poche scelte fatte nel corso della vita di un individuo sono così influenti nel determinare il benessere personale e collettivo come la scelta residenziale. Per cogliere il suo significativo impatto, la scelta residenziale deve essere analizzata assieme ad uno studio accurato del sistema territoriale. Di fatto, per comprendere l’interazione complessa fra il sistema dei trasporti e il territorio è necessario considerare non solo l’impatto della distribuzione delle attività urbane sul territorio (offerta residenziale, disponibilità di servizi e attività commerciali) sulla domanda di spostamenti e, quindi, sulle prestazioni del sistema, ma anche il legame inverso, ovvero, come le variazioni dell’offerta di trasporto, vale a dire il livello d’accessibilità di differenti zone, modificano la convenienza localizzativa nella scelta della residenza. Queste ultime inducono, nel lungo periodo, variazioni della distribuzione delle residenze e delle attività economiche che a loro volta provocano variazioni nella domanda di spostamenti.
Il sistema di trasporti determina, dunque, da una parte, la domanda di spostamenti fra punti diversi sul territorio e, dall’altra, modifica l’offerta di servizi di trasporto per soddisfare tale domanda.
In sostanza, al fine di valutare gli impatti di lungo termine sulla domanda di spostamenti dovuti alle variazioni dell’offerta di trasporto, non è possibile ignorare gli effetti che tali cambiamenti hanno sulla localizzazione residenziale e sull’occupazione ovvero la ricca interazione fra il sistema dei trasporti e il territorio. In questa nota si propone una sintetica riflessione riguardo alle complesse interazioni tra i trasporti e la distribuzione spaziale delle residenze.
Scelta residenziale
La probabilità che una famiglia scelga di risiedere in una specifica zona dipende da numerosi fattori. Volendo studiare analiticamente la scelta si deve, in primo luogo, individuare il ‘soggetto decisore’ che può essere sia un singolo individuo (il capofamiglia) sia un’entità collettiva (la coppia dei genitori o l’intera famiglia). Vi sono, inoltre, caratteristiche proprie del decisore che possono avere un impatto rilevante sulla scelta quali, ad esempio, il reddito, la composizione familiare, la condizione professionale, la sensibilità all’ambiente, ed altro ancora.
Negli ultimi tempi, diversi studi hanno utilizzato il metodo delle preferenze dichiarate, raccogliendo dati attraverso esperimenti d’analisi congiunta, per stimare modelli di scelta discreta relativamente alla localizzazione residenziale delle famiglie. Questo approccio presenta due vantaggi apprezzabili rispetto a metodi concorrenti per lo studio dell’analisi delle scelte residenziali.
In primo luogo, la scelta della zona di residenza è studiata impiegando la teoria microeconomica assieme a modelli d’utilità casuale in cui attraverso la definizione di ipotetici esercizi di scelta si modellizza la scelta attraverso trade-off tra i vari attributi che caratterizzano le diverse zone come, ad esempio, il tempo di viaggio, il costo d’affitto/acquisto e la possibilità di accedere ai servizi.
In secondo luogo, l’approccio permette di testare se la sensibilità per gli attributi varia in funzione delle caratteristiche socio-demografiche del soggetto decisore.
Interazione
Il benessere individuale è basato, in larga misura, su una serie complessa di interazioni tra i membri della famiglia. Fino a poco tempo fa, sia la teoria sia le analisi empiriche volte a formulare raccomandazioni di politiche di intervento hanno, implicitamente, caratterizzato la famiglia attraverso un unico insieme di preferenze.
Un crescente corpo di evidenze empiriche sottolinea, tuttavia, i rischi connessi all’adozione di una tale prospettiva. Il costo implicito connesso a tale scelta è ascrivibile alle possibili distorsioni previsionali. Infatti, dato che molte scelte compiute dalla famiglia vengono prese in modo collegiale gli errori commessi nella loro valutazione si tradurranno in previsioni approssimate e interventi inappropriati (Molin et al., 1999; Bateman and Munro, 2009; Beharry-Borg et al., 2009).
Mentre è possibile che gli elementi d’interazione di gruppo si compensino reciprocamente nel processo di aggregazione delle scelte, producendo previsioni assimilabili a quelle derivanti dal cosiddetto modello unitario, che ipotizza una struttura unica delle preferenze della famiglia, è probabile che il comportamento di scelta sarà meglio modellizzato riconoscendo espressamente il ruolo della negoziazione/interazione di gruppo, delle strategie di processamento dell’informazione, dei singoli e dei gruppi, oltre che della distribuzione di potere fra i membri che partecipano al processo decisionale.
Dalle ricerche condotte dal nostro gruppo emerge, infatti, che diverse tipologie di membri (mogli, figli e mariti) differiscono significativamente sia riguardo alle loro preferenze sia nel determinare l’esito familiare congiunto del processo decisionale (Marcucci et al., 2011, Stathopoulos 2010, Marcucci et al. 2010). Analizzando un campione di famiglie con tre componenti emerge dai risultati che le mogli sono il miglior ‘rappresentante/predittore’ delle scelte familiari mentre i mariti se ne discostano di più.
Fig. 1 Scostamento dalla disponibilità di pagare della famiglia
La figura 1 rappresenta le differenze in termini di disponibilità a pagare/accettare con riferimento ai quattro attributi analizzati nell’indagine sulla scelta residenziale (Marcucci et al., 2011). Più precisamente, le barre degli istogrammi rappresentano lo scostamento di ciascuno dei singoli membri considerati (adolescenti, mogli, mariti) rispetto alla famiglia. Possiamo osservare come, per l’attributo accessibilità, sia gli adolescenti, sia i mariti, se intervistati singolarmente, indurrebbero una sopravalutazione di c.a. 5€ /ora del valore del tempo di viaggio. Dall’altro canto, per l’inquinamento atmosferico possiamo notare come il padre, grazie alla sua pronunciata sensitività rispetto a tale attributo, porterebbe l’analista a concludere che il suo valore è ben più elevato di quello della famiglia. Infine, si rileva che la moglie ha la struttura delle preferenze più simile a quella della famiglia pur mostrando la distorsione maggiore rispetto alla valutazione dell’inquinamento acustico.
Riflessioni finali
Comprendere i processi decisionali intra-familiari è importante per prevedere la distribuzione di costi e benefici fra membri derivanti da politiche di intervento sulle famiglie o sulle determinanti della loro scelta residenziale (sia nel breve sia nel lungo termine). La corretta identificazione dei soggetti relativamente più interessati e impegnati in una determinata decisione svela a quale membro deve essere mirata, in primo luogo, la politica di intervento. Inoltre, campagne d’informazione o azioni volte ad incentivere un comportamento ambientalmente sostenibile hanno bisogno di individuare quale membro è più interessato al problema ma anche chi ha il maggior grado di potere decisionale all’interno della famiglia.
Nel caso in cui interventi di natura residenziale trascurino di considerare le specifiche procedure decisionali interne alle famiglie (ad esempio, si interpella il solo capofamiglia) si rischia di implementare politiche che produrranno esiti difformi alle aspettative.
I risultati ottenuti dagli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca, in cui si comparano le preferenze dei singoli membri con quelle della famiglia indicano che l’adozione dell’ipotesi del ‘membro rappresentativo’ genererebbe una forte distorsione per alcuni attributi di scelta rilevanti come, ad esempio, il tempo di viaggio e l’inquinamento atmosferico. Presi insieme, i risultati suggeriscono che una scelta indiscriminata del soggetto a cui somministrare le interviste, tipicamente il solo capofamiglia, per comprendere la scelta residenziale della famiglia può, in potenza, provocare importanti distorsioni che sarebbe bene evitare.
Edoardo Marcucci, Università di Roma Tre
Amanda Stathopoulos, Università di Trieste
Riferimenti bibliografici
Bateman I., Munro A. (2009), Household Versus Individual Valuation: What’s the Difference?, Environmental and Resource Economics, 43, 1: 119-135.
Beharry-Borg N., Hensher D. A., Scarpa R. (2009), An analytical framework for joint vs separate decisions by couples in choice experiments: The case of coastal water quality in Tobago, Environmental and Resource Economics, 43, 1: 95–117.
Marcucci E., Stathopoulos A., Danielis R., Rotaris L. (2011, in stampa), Comparing single and joint preferences: A choice experiment on residential location in three-member households, Environment and Planning A, in corso di stampa.
Marcucci E., Rotaris L., Danielis R. (2010), Scelta localizzativa delle famiglie e trade-offs tra qualità ambientale e accessibilità, Scienze Regionali / Italian Journal of Regional Science, 9, 2: 25-46.
Molin E. J. E., Oppewal H., Timmermans H. J. P. (1999), Group-based versus individual-based conjoint preference models of residential location: a comparative test, Environment and Planning A, 31: 1935–1947.
Stathopoulos A. (2010), Household residential preferences: a choice experiment to compare joint and separate decisions, in Borruso G., Danielis R., Musso E. (eds.), Competitività del sistema e ricadute sul territorio, Milano: FrancoAngeli.